Gordon ci spiega il rapporto tra un creator (o un personaggio famoso) e Tinder

«Un creator che usa Tinder non lo fa per avere anche lì su una dimensione pubblica»

30/11/2022 di Gianmichele Laino

C’è un paradosso delle app di dating. Pur essendo, a tutti gli effetti, dei social network (se intendiamo l’accezione originaria del termine e del concetto), non hanno degli influencer di riferimento. Si prenda il caso di Tinder. Il concetto di “utente verificato” è molto diverso da quello a cui siamo abituati. Se su Twitter – tema caldissimo con la nuova gestione di Elon Musk – la spunta blu segnala la presenza di un personaggio famoso, l’utente verificato su Tinder (in seguito a una recente modifica introdotta sulla piattaforma) è semplicemente colui che inserisce, all’interno del suo profilo, una fotografia caricata in-app. È, insomma, il modo migliore per verificare la reale esistenza di una persona e combattere i profili fake o i bot. Se Tinder è un social network senza influencer, però, nulla vieta agli influencer di aprire un profilo Tinder. Anzi: sono sempre di più i personaggi famosi che utilizzano questo spazio. Di questo e di molto altro abbiamo parlato con Gordon, creator da 760mila followers su Instagram e 385mila followers su TikTok.

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Gordon su Tinder, le risposte di un creator digitale

«Per quanto mi riguarda, un creator che usa Tinder non lo fa per avere anche lì su una dimensione pubblica – ci spiega Gordon -. Quando si è così esposti sui social di fronte a così tante persone, è molto più facile piacere. Perché, semplicemente, si gioca sul grande numero. Se tu prendi tre ragazze: a una piaci e alle altre due no; se tu prendi trecento ragazze, magari piaci a 20, 30, 40, 50. Su un social dove si fa match per conoscere nuove persone è impossibile considerare una dimensione pubblica».

Gordon è molto conosciuto per i suoi personaggi e per le storie che racconta: dategli una parrucca e inventerà sicuramente qualcosa. Ironia, situazionismo, capacità di giocare con i luoghi comuni (e di sfatarli) caratterizzano, da sempre, la sua attività sui social network, sicuramente tra le più longeve nel panorama dei content creators italiani. Tinder, allora, può anche essere un mondo da cui prendere spunto per proporre, agli utenti di altri social network, delle storie diverse. Crosspiattaforma, insomma: «Io da Tinder ho imparato tanto. Il mio pubblico mi ha raccontato – e questa è una cosa che non sapevo – che su Tinder ha trovato l’amore o delle bellissime amicizie. Quando sei un creator e ti avvicini a piattaforme del genere che coinvolgono i rapporti umani, in un mondo in cui i social network hanno letteralmente staccato, ti accorgi di quanto ancora siamo dipendenti dalle emozioni. E, diciamocelo, è una cosa molto bella».

Da utente privato di Tinder, ma anche da assiduo frequentatore di altre piattaforme, Gordon ha avuto modo di notare tutte le evoluzioni della dating app. Un passaggio che anche noi abbiamo evidenziato in questo articolo di approfondimento sul nuovo modo di usare Tinder da parte della Gen Z rispetto ai millennials. «Tinder è stato molto attento a lavorare sulla reputation nei confronti dell’audience – ci spiega Gordon -. Ora è nella sfera delle persone che vogliono conoscere altre persone, che hanno voglia di rapporti umani, che hanno voglia di passare del tempo insieme. È una delle poche app che è passata da uno scopo velato ma preciso, a una comunità che l’ha accettata completamente. Le nuove generazioni, purtroppo, comunicano poco tra loro se non attraverso i social».

Ma il personaggio pubblico, come utilizza Tinder? Arriva anche la piccola confessione: «Io lo utilizzerei per trovare una persona con cui uscire. Ho dei gusti molto precisi, sono una persona molto metodica, ho un tipo e non riesco a uscire da quel tipo. È un limite, lo riconosco, ma mi permette di entrare in contatto con delle persone che, magari, possono darmi degli spunti interessanti per spiegare con ironia, nei miei video, dei comportamenti tipicamente maschili».

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