La cronistoria delle app di dating

Dagli albori della rete, passando ai siti web fino ad arrivare alle applicazioni mobile

30/11/2022 di Enzo Boldi

Un tempo c’erano gli annunci sui giornali, che non sono passati di moda ma che non hanno più lo stesso appeal e successo. Ora, invece, con l’evoluzione del mondo digitale le app di dating hanno assunto un ruolo fondamentale (acuito dalla “distanza fisica” che si è palesata come diretta conseguenza delle restrizioni a causa della pandemia) nelle dinamiche interpersonali. E la loro storia è molto interessante, perché va di pari passo con quel continuum temporale non tangibile che trova la sua estrinsecazione all’interno della rete e del mondo perennemente connesso.

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Prima delle app dating, c’erano i siti online. Ma, prima ancora, i sistemi offline. E il primo esperimento risale addirittura a quando non erano ancora percepibili i primi vagiti dell’Internet delle cose. Era il 1965 quando 2 studenti di Harvard realizzarono Operation Match: attraverso un computer IBM, si invitava l’utente (che acquistava il “prodotto” al costo di 3 dollari) a compilare un questionario che poi, attraverso un incrocio di risposte, forniva a lui un elenco con una serie di potenziali affinità. Ovviamente era un sistema chiuso ben differente da quelli che conosciamo ora.

App dating, la cronistoria e l’evoluzione online

Poi arrivò internet. E il primo spazio digitale equiparabile alle attuali app dating (o siti di incontri) aveva un nome che già mostrava il suo fine: Match.com. Gli utenti potevano iscriversi al portale, lasciare una propria descrizione (la moderna “Bio” e una fotografia) per poi lasciare spazio a eventuali chat con persone interessate. Era il 1995 e si trattava solamente del primo esperimento che, poi, venne soppiantato dall’arrivo dei social network: MySpace, Msn e similari avevano aperto le porte alle chat online che – spesso e volentieri – venivano utilizzate dai giovani per conoscersi e (in alcuni casi) per cercare e trovare l’amore in formato digitale prima che fisico. Poi Facebook e i suoi fratelli, prima delle app di dating. E mentre in Italia uno dei primi portali di incontri (MorenaSex) trovava il suo successo online, nel mondo delle applicazioni mobile si faceva largo Badoo: era il 2006 quando nacque quel social network prima disponibile solo nella sua versione desktop e poi diventato una app dating.

Da Grindr a Tinder, passando per Bumble

Tre anni dopo, era il 2009, arrivò la prima versione di una piattaforma social (che poi si è evoluta in un’app di incontri) inizialmente orientata al pubblico gay maschile e bisessuale: Grindr. Poi, nel 2012, nacque Tinder, il progetto di start-up incluso all’interno di Hatch Labs, che ha ottenuto il maggior numero di iscritti a livello globale (anche in Italia). Nello stesso anno, ma con un successo differente, ci fu spazio anche per l’olandese “The Inner Circle“. Da lì nacquero molte altre iniziative digitali simili: nel 2014 Whitney Wolfe  ex co-fondatrice di Tinder, venne lanciato Bumble. Nello stesso anno apparve online la prima versione di Happn. Poi, nel 2015, fu la volta di Once.

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