Google rischia una seconda multa dalla Russia per non avere cancellato “informazioni fuorvianti”

"Il sito di hosting di video YouTube promuove deliberatamente la diffusione di informazioni fuorvianti sull'andamento dell'operazione militare speciale in Ucraina"

22/06/2022 di Clarissa Cancelli

Google rischia una seconda multa del 5-10% del suo fatturato in Russia per una (ripetuta) mancata cancellazione di contenuti vietati dal Paese, inclusi “fuorvianti informazioni” su YouTube relative agli eventi in Ucraina. A riportarlo è Reuters.

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Google rischia una seconda multa dalla Russia

“Il sito di hosting di video YouTube promuove deliberatamente la diffusione di informazioni fuorvianti sull’andamento dell’operazione militare speciale in Ucraina, screditando le forze armate della Federazione Russa”, ha affermato il regolatore, Roskomnadzor. Gli ufficiali giudiziari russi, a maggio, hanno sequestrato a Google più di 7,7 miliardi di rubli (143 milioni di dollari), che l’azienda californiana avrebbe dovuto pagare alla fine dell’anno scorso. Secondo il regolatore, il fatto che Google continui a pubblicare tali informazioni potrebbe portare a una multa del 5-10% del fatturato annuo in Russia, con l’importo da determinare in tribunale. Roskomnadzor ha anche affermato che YouTube ha consentito contenuti che promuovono opinioni estremiste e invitano i bambini a partecipare a proteste non autorizzate.

La prima volta che la Russia ha multato Google per le informazioni “false”

La questione dei “contenuti non rimossi” tra Russia e Google risale a ben prima della guerra. Ma ora procede in seguito alla legge che bolla come falsi i contenuti sul conflitto ucraino che non narrano la storia così come la vuole il governo russo. La prima multa della Russia a Google ammonta a un totale di 11 milioni di rubli, circa 137.763 dollari, per non aver rimosso le informazioni che vengono definite “false” sul conflitto in Ucraina e dei video Youtube prodotti da gruppi ucraini di estrema destra. La sanzione era già stata annunciata precedentemente, all’inizio del mese, e l’autorità garante aveva fatto sapere che c’era l’intenzione di punire Google per «la diffusione di falsi» via Youtube.

 

 

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