Google deve affrontare una causa antitrust presentata da 36 stati e da Washington DC

La causa antitrust sfida la politica di Google, che costringe gli sviluppatori di app Google Play a pagare una commissione del 30% sulle vendite effettuate attraverso l'app

08/07/2021 di Giorgia Giangrande

La causa antitrust a Google è stata presentata da 36 Stati degli USA e anche da Washington DC, nella corte federale della California. Il motivo della causa è che la politica del gigante della ricerca si basa sull’abuso del suo controllo sull’app store di Android.

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Il perché della causa

La causa nasce dal fatto che Google costringe gli sviluppatori di app in Google Play a pagare una commissione del 30% sulle vendite effettuate attraverso l’app. Inoltre, Google ha ampliato di recente le tasse per coprire più beni digitali acquistati sul Play Store e in questo ha preso di mira un determinato numero di applicazioni importanti, fino a questo momento esonerate dal pagare questa tassa.

The Verge riporta il testo completo della denuncia, che elenca gli imputati della causa e che oltre a Google imputa anche Alphabet (l’azienda statunitense fondata nel 2015 come holding a cui fanno capo Google LLC e altre società) e le rispettive filiali in Irlanda e Asia.

Google commenta la causa antitrust

La risposta di Google alla causa arriva con un post in un blog, dove il gigante dichiara come sia «strano che un gruppo di procuratori generali dello Stato abbia scelto di presentare una causa attaccando un sistema che fornisce più apertura e scelta di altri».

Google fa poi riferimento ad un’altra precedente denuncia, a cui a suo dire quella in questione si ispira. La scorsa denuncia era stata presentata ad agosto – per motivi simili – dallo sviluppatore di app Epic Games, che ha beneficiato dell’apertura di Android distribuendo la sua app Fortnite al di fuori di Google Play.

La causa dei 36 stati però ha più rilevanza e si colloca nel mezzo di una pressione federale su Google, che sta già affrontando altre cause federali antitrust, una delle quali accusa l’azienda di pratiche monopolistiche negli advertising.

Dal canto suo però Google sta facendo i suoi passi verso i piccoli sviluppatori. Infatti, vi avevamo raccontato che si era unito ad Apple e Amazon nell’abbassare la sua tassa al 15 per cento: una mossa vista come una risposta alla crescente pressione pubblica.

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