Giuseppe Rossi trovato positivo all’antidoping. «Io sempre pulito»
25/09/2018 di Enzo Boldi
Un fulmine a ciel sereno. Giuseppe Rossi è risultato positivo a un test antidoping effettuato al termine del match della scorsa stagione tra Benevento e Genoa. L’attaccante, all’epoca, militava con i rossoblu. La notizia è arrivata solamente ora e il calciatore rischia un anno di stop dalla Procura della Figc. L’udienza si terrà a Roma il prossimo 1 ottobre.
LEGGI ANCHE > Con il decreto Salvini trema anche il mondo del calcio
Come riporta l’Ansa, Giuseppe Rossi è stato trovato positivo ad una sostanza «specificata», ovvero consentita dal regolamento solo in un caso, ma il calciatore non ha dato spiegazioni plausibili alla Procura Nado (National Anti-Doping Organization). Per questo motivo sarà giudicato la prossima settimana dalla Procura federale della Figc. «Sono sempre stato pulito, questo è un evidente caso da archiviazione: la positività è fondata ragionevolmente su un’involontaria contaminazione alimentare», ha affermato Rossi, in una lunga nota congiunta con il suo procuratore Andrea Pastorello all’Ansa.
Rossi, sottolinea la nota, «è risultato positivo al controllo antidoping del 12/5/2018 dopo la gara Benevento – Genoa, essendogli stata riscontrata la presenza di dorzolamide, peraltro nel valore minimo di 1 ng/ml. Tale sostanza è contenuta esclusivamente in un collirio utilizzato per ridurre la pressione intraoculare elevata ed il suo utilizzo oftalmico non sarebbe rilevante ai fini di doping, ma potrebbe costituire agente diuretico o mascherante di altre classi di sostanze di comune riscontro nel doping solamente attraverso una somministrazione sistemica». «I chiarimenti forniti agli inquirenti, in particolare sotto un profilo medico-tossicologico, hanno escluso nella fattispecie ogni intenzionalità e finalità dopante, come riscontrato dalla Procura Antidoping stessa – aggiungono Rossi e Pastorello – anche in ragione della circostanza che il controllo antidoping effettuatola settimana precedente, era risultato negativo”. “Giuseppe Rossi, persona limpida e che non è mai incorsa in un precedente disciplinare che non fosse una squalifica per cumulo di ammonizioni, confidava pertanto nell’archiviazione del presente procedimento, ragionevolmente fondato esclusivamente su un’involontaria contaminazione alimentare», la conclusione, con l’aggiunta che Rossi è «estremamente rammaricato per questa vicenda nella quale si è inconsapevolmente ritrovato» e «ha ritenuto comunque di mantenere un comportamento di lealtà e correttezza avanti agli organi della Giustizia Sportiva, affermando ogni sua estraneità e comunque ribadendo di non poter ragionevolmente sapere in quale assunzione di cibo e/o bevanda contaminata possa essere incorso nei giorni precedenti la gara di Benevento».
Giuseppe Rossi positivo alla dorzolamide
La partita nella quale era stato effettuato il test è Benevento-Genoa, giocata il 12 maggio scorso e terminata 1-0 per i campani. Al momento il calciatore è svincolato e non milita in nessuna squadra, ma non ha ricevuto alcuna sospensione. La sostanza rintracciata è la dorzolamide, un inibitore dell’anidrasi carbonica. Si tratta di un agente contenuto solitamente nei colliri. Rossi, però, nei due interrogatori cui è stato già sottoposto ha negato di aver mai assunto collirio.
Giuseppe Rossi, la macchia del doping per un talento sfortunato
L’italo-americano Pepito è stato sempre considerato uno dei talenti più fulgidi del calcio nostrano che, però, a causa di numerosi e gravi infortuni, non è mai riuscito a imporsi e a brillare come stella. Il suo anno d’oro è stato quello vissuto a Parma: arrivato a gennaio in prestito dal Manchester United, Rossi è riuscito a condurre i ducali – guidati in panchina da Claudio Ranieri – a una miracolosa salvezza, realizzando 9 gol. Poi qualche buon anno in Spagna al Villarreal, il ritorno in Italia con la Fiorentina fino al prestito dello scorso anno al Genoa. Con i rossoblu ha realizzato un gol in 9 spezzoni di partita. Sulla sua carriera hanno influito i numerosi infortuni a entrambe le ginocchia, che lo hanno tenuto fuori dal campo per diverse stagioni.
(foto di copertina: Maurizio Borsari/AFLO)