Giuseppe Conte non dorme la notte per colpa del 5g
02/10/2019 di Gaia Mellone
Giuseppe Conte l’avrebbe detto chiaro e tondo durante l’incontro con il presidente di Ericsson Europa e Ericsson Italia: «Non ci dormo la notte». A tenere sveglio e sotto stress il nostro presidente del Consiglio è il tema della sicurezza digitale, messa in possibile discussione dall’avvento del 5g e delle nuove infrastrutture, tema che sta molto a cuore agli Stati Uniti e a Donald Trump.
Giuseppe Conte non dorme la notte per colpa del 5g
È stato fruttuoso il primo giorno di incontri del segretario di Stato Usa Mike Pompeo, che ha parlato di «eccellente cooperazione». Il braccio destro di Donald Trump ha infatti incontrato Sergio Mattarella e Giuseppe Conte, con il quale ha affrontato diverse tematiche. Tra cui il 5g che tanto spaventa il tycoon. Il presidente del Consiglio italiano ha ribadito con fermezza durante l’incontro con i vertici di Ericsson a Genova, l’intenzione di difendere «il perimetro cibernetico» nazionale, aggiungendo che «la tutela delle nostre infrastrutture strategiche è una cosa che non mi fa dormire la notte». Il tema della Cina è stato centrale anche durante l’incontro con Mike Pompeo, segretario di Stato Usa in vista in Italia, con il quale Conte ha dovuto fare il punto sullo stato della mediazione: da un lato infatti le pressioni americane che sfiduciano Huawei e Zte, dall’altro la necessità del paese ad una innovazione tecnologica che, senza i colossi asiatici, difficilmente potrà avvenire. A Pompeo Conte ha spiegato anche il «perimetro di sicurezza nazionale cibernetica» che nella stessa giornata aveva cominciato il suo iter, e che vede al centro proprio l’introduzione di misure di sicurezza per le infrastrutture legate al 5G, e che prevede il monitoraggio da parte dello Stato dei «soggetti a rischio» con il potere di intervenire e sostituire parti delle infrastrutture che «risultano gravemente inadeguate sul piano della sicurezza». Giuseppe Conte ha infatti chiesto ed ottenuto che nei test di sicurezza venga coinvolto il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, mentre sarà proprio Palazzo Chigi ad effettuare i test e ispezioni sulle infrastrutture delle aziende pubbliche. Per quanto riguarda le aziende private resterà compito del ministero dello Sviluppo Economico.
Ma con Pompeo non si è parlato solo di innovazione tecnologica: il segretario di Stato Usa ha confermato l’allineamento con l’Italia per risolvere la questione libica, ribadendo l’intenzione americana di sostenere un processo di stabilizzazione del Paese per far cessare le violenze.
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(Credits immagine di copertina: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)