Ghali spiega alla Rai che non è necessario fare il blackface a Tale&Quale Show

Il cantante ha criticato la sua imitazione fatta al programma di Raiuno

21/11/2020 di Gianmichele Laino

Io tvb, cara Italia direbbe Ghali. Ma questa stessa Italia fa di tutto per farsi volere meno bene di quanto non si immagini. Perché se, dopo tutto quello che è successo nel 2020 con il movimento del Black Lives Matter, siamo ancora qui a parlare di blackface, allora c’è un problema piuttosto serio. La riflessione di Ghali e il blackface è arrivata proprio mentre ieri sera, in diretta, Raiuno trasmetteva uno dei suoi programmi di maggiore successo, ovvero Tale e Quale Show, condotto da Carlo Conti. Nel corso della trasmissione era prevista anche un’imitazione del rapper nato a Milano da genitori tunisini. E questa imitazione prevedeva un trucco olivastro sulla pelle dell’interprete.

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Ghali e il blackface a Tale e Quale Show

Quando Sergio Muniz ha terminato la sua imitazione di Ghali, il cantante italiano ha postato alcune Instagram Stories in cui riprende la parte finale dell’esibizione. In sottofondo si sente la sua voce: «Ma che bisogno c’era di farlo con il blackface?». Concetto successivamente ribadito in altre due IG Stories: «Non c’è bisogno di fare il blackface per imitare me o altri artisti. Potrete dire che esagero, che mi devo fare due risate e che non si vuole offendere nessuno. Lo capisco. Ma per offendere qualcuno basta semplicemente essere ignoranti, non solo essere cattivi o guidati dall’odio. Si può anche essere delle brave persone e non sapere che la storia del blackface va ben oltre il make-up, il trucco o un semplice travestimento».

Ghali, poi, rincara la dose: «Tale e Quale Show, non facciamo una bella figura né con chi è meno superficiale nel nostro Paese e nemmeno con chi ci guarda da fuori. Ci sono tante caratteristiche che si possono riprendere o imitare in un personaggio. È la seconda volta che mi emulate in questo modo, dipingendo la faccia oltre a fare commenti con luoghi comuni che usano l’aspetto fisico o la bellezza (qui il riferimento è a un commento di Loretta Goggi, ndr). Non mi sono offeso, davvero. Ma nemmeno ho riso. Bastava l’autotune e un bel look. Perché il blackface è condannato ovunque soprattutto in questo anno, in cui avvenimenti e proteste sono stati alla portata di tutti».

Ghali e il blackface non è solo in questa battaglia, ma la Rai deve darsi una regolata

Ghali è un testimone importante da questo punto di vista e di certo non è solo nella sua battaglia culturale. Tuttavia, bisogna capire in che modo la Rai continuerà ad affrontare questo tema se si permette da tempo, nonostante le critiche, di continuare a ritrarre gli artisti neri in questo modo, utilizzando il blackface che, ad esempio, negli Stati Uniti (come ha ricordato anche il NY Times a Luigi Di Maio, in occasione delle sue battute sulla sua abbronzatura) è motivo di dimissioni quando viene utilizzato da una carica pubblica.

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