Gli hacker della SIAE hanno chiamato Samuele Bersani due settimane prima della richiesta di riscatto

Samuele Bersani ha raccontato di aver ricevuto una telefonata strana da parte di un presunto uomo della Siae che chiedeva le credenziali di accesso del cantautore

23/10/2021 di Ilaria Roncone

Per il furto dati SIAE sono stati chiesti 3 milioni di euro di riscatto mercoledì 20 ottobre. Due settimane prima, però, gli hacker erano già in possesso del numero di Samuele Bersani e lo hanno chiamato. Mano a mano che vengono resi noti i nomi degli artisti vittima dell’attacco hacker SIAE si scoprono nuovi elementi, come quelli raccontati dal cantautore nel corso di un’intervista. Bersani non ha detto di non avere più di tanto timore per quello che i cyber criminali e altre persone in possesso dei suoi dati personali potrebbero fare, rivelando che il primo contatto con lui nello specifico sarebbe avvenuto già un paio di settimane fa.

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L’ipotesi del furto dati SIAE all’inizio di ottobre

La questione per il cantautore è iniziata prima, già all’inizio di ottobre. «Mi sono arrivati degli sms, sempre con mittente “SIAE” – ha raccontato a Repubblica – in cui mi si chiedeva di aderire a una petizione inserendo le mie credenziali nell’account SIAE». Un primo contatto con un sms, quindi, e poi anche una telefonata. Il che significa che il numero di Bersani era nelle mani degli autori dell’attacco hacker ben prima della richiesta di riscatto alla SIAE arrivata questa settimana.

Gli hacker hanno chiamato Bersani

In seguito a quell’sms a cui il cantautore non ha dato peso è arrivata una telefonata da parte di un uomo: «Parlava italiano. Diceva di chiamarmi per conto della SIAE e con tono arrogante mi ha chiesto perché non avessi ancora aderito alla petizione». Con conseguente richiesta di dati specifici: «Ero disorientato e stavo per abboccare, lo ammetto, ma per fortuna non ricordavo la password. E quello di è pure arrabbiato».

C’è stata anche una certa insistenza per ottenere le credenziali: «Nome utente, password, chiavi di accesso, queste cose le gestisco con mia madre, le se le appunta tutte, perché io ovviamente le perdo». Un caso fortuito, quindi, che rivela come i cybercriminali potrebbero aver avuto il numero di Bersani già due settimane prima, tentando di utilizzare i suoi accessi per bucare il sistema informatico forse. Secondo Bersani «l’intrusione informatica deve essere avvenuta prima, altrimenti non mi spiego come facessero ad averlo».

(Immagine copertina: IPP/Andrea Oldani Sanremo 15/02/2012)

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