Perché gli artisti che scherzano sull’attacco hacker alla SIAE non ne hanno capito la portata
Si moltiplicano le reazioni degli artisti coinvolti nell'attacco hacker SIAE e, tra questi, c'è anche chi ci scherza su. Le possibili conseguenze, però, non devono essere sottovalutate
23/10/2021 di Ilaria Roncone
Dopo la conferma del data breach alla SIAE, sono arrivate le prime conferme da parte dei singoli artisti che hanno ricevuto l’sms di ricatto. Il gruppo Everest – autore dell’attacco hacker Siae – ha iniziato a contattare gli artisti i cui dati sono stati trafugati per chiedere 10 mila euro in bitcoin, pena la pubblicazione di tutti i dati personali raccolti. Si tratta di dati quali carta di identità, contatti mail, numeri di telefono, informazioni bancarie, indirizzi di casa: insomma, non questioni da poco e sicuramente dati che potrebbero avere risvolti poco piacevoli nella vita reale se venissero utilizzati per scopi poco puliti. Tra Rocco Tanica e Albano passando per Samuele Bersani, però, sembra che la portata del fenomeno e i conseguenti problemi non siano stati inquadrati appieno.
LEGGU ANCHE >>> «Gli hacker inviano sms direttamente agli artisti iscritti alla SIAE e chiedono loro un riscatto»
«Cosa vuole che ci sia di tanto scabroso?»
Così risponde, per esempio, il cantautore Samuele Bersani nel corso di un’intervista in cui ha spiegato quanto gli sta accadendo a Repubblica. C’è poi stata la prima reazione di Rocco Tanica, tastierista degli Elio e le storie tese, che ha diffuso l’sms ricevuto sul web uno sconto del 25% sull’acquisto dei suoi dati rispetto al prezzo fatto dall’hacker fino a domenica. Anche Albano, che ha ricevuto una comunicazione via mail nei giorni precedenti all’sms, ha raccontato a Agi di non aver abboccato e di essere relativamente tranquillo, facendo la lista di quei dati personali che sono già usciti sui giornali in tutto il mondo: «Io pagare un riscatto? Ma per che cosa? Non sono un delinquente, non ho mai rubato. Di che cosa dovrei preoccuparmi?».
Visualizza questo post su Instagram
Le reazioni degli artisti che si sono esposti finora, quindi, sono tiepide se non giocose. Del resto poco c’è da fare, come sempre in questi casi, se i dati sono già in mano ad hacker pronti a pubblicarli in qualsiasi momento. Non bisogna, però, agire in maniera superficiale rispetto a una richiesta di riscatto poiché dopo la pubblicazione di quei dati possono esserci conseguenze veramente spiacevoli.
Cosa potrebbe succedere alle vittime dell’attacco hacker SIAE?
Nell’ipotesi che accada qualcosa e che i dati personali vengano impiegati per qualche scopo, si aprono diversi scenari; c’è per esempio la possibilità di danno economico, frutto dell’accesso all’IBAN, e della divulgazione di informazioni riservate relative al patrimonio e alla gestione delle finanze. Il numero di telefono? Come minimo va cambiato. Che chiunque conosca l’indirizzo di casa di personaggi più o meno famosi e più o meno simpatici al pubblico può portare a atti di stalking nella vita reale.
Ci sono poi le conseguenze a lungo termine, quelle degli atti compiti nel darkweb potendo rubare l’identità delle persone coinvolte nel data breach. L’acquisto di armi utilizzando i dati di una persona, tanto per fare un esempio, che figurerebbero a nome della persona che si è vista trafugare i dati. Se la SIAE deve fare i conti con i costi della gestione e del rispristino di un sistema violato – più tutte le conseguenze in termini di reputazione e perdita della fiducia dei sui associati -, gli artisti che si sono visti rubare i dati sono oggetto di una vera e propria richiesta di estorsione. Una conseguenza, di per sé, già poco gradevole anche se non ci dovessero essere conseguenze come quelle che abbiamo citato sopra legate ai singoli personaggi.