No, gli appunti di Berlusconi non sono un fake: «Siamo professionisti, non possiamo alterare le foto»
Abbiamo parlato con Antonio Masiello, fotoreporter di Getty Images. C'è incredulità per le parole di La Russa
14/10/2022 di Gianmichele Laino
C’è un limite, quando si parla di fake news e di realtà, che non si può superare. È il limite naturalmente stabilito dai fatti, dagli oggetti reali, dalle parole delle persone che – se registrate – non possono essere in alcun modo alterate o fraintese. Eppure, oggi, da parte della seconda carica dello Stato (appena eletta) c’è stato il tentativo di mistificare questo concetto. Un atteggiamento non proprio istituzionale, né tantomeno utile all’educazione digitale o, in generale, all’educazione dell’utente-lettore verso il sistema mass-mediatico. Il caso della foto degli appunti di Silvio Berlusconi: da questa mattina sono circolate due immagini, quella del fotogiornalista Alessandro Serranò dell’AGF e quella del collega Antonio Masiello, Getty Images.
Si tratta dello scatto del foglio tenuto tra le mani dal leader di Forza Italia, sul quale erano vergate le sue considerazioni su Giorgia Meloni. Il contenuto, ormai, lo conosciamo tutti: la futura premier viene definita “arrogante e offensiva”. Tutto nero su bianco. Eppure, nel tardo pomeriggio, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha provato a mandare la palla in tribuna con una dichiarazione che, invece, si è trasformata in un autogol: «Io credo che il presidente Berlusconi dovrebbe dichiarare quello di cui io sono quasi certo – ha detto La Russa ai giornalisti -, che quella foto è fake, però deve dichiararlo lui non lo posso dire io». Il dettaglio è che quella foto non è un fake.
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Foto appunti Berlusconi, l’opinione di Antonio Masiello
Antonio Masiello, come detto, è uno dei due fotoreporter (lui lavora per Getty Images) che hanno immortalato gli appunti di Berlusconi. «La foto è stata scattata con un teleobiettivo professionale che sicuramente favorisce quella nitidezza. L’immagine pubblicata su Repubblica – dice a Giornalettismo -, è stata scattata da Alessandro Serranò. Io mi sono concentrato più sul contesto, sul confronto tra Silvio Berlusconi – che aveva davanti gli appunti – e Ignazio La Russa. Diciamo che poi il Corriere della Sera, che ha scelto di aprire il sito con quella foto, ha ingrandito l’immagine e l’ha resa un po’ più leggibile. Sinceramente, io non avevo l’obiettivo di far leggere quello che c’era scritto sui fogli. Volevo dare un po’ più importanza al contesto, curando la composizione dell’immagine. Però è davvero incredibile che si neghi quello che due fotoreporter hanno visto e fotografato».
Il fake è un capitolo chiuso, anzi mai aperto. C’è una discriminante importante, quella della professionalità: «Noi abbiamo delle regole ferree, sia all’interno dell’agenzia fotografica per la quale lavoro, sia nelle carte deontologiche che disciplinano la nostra professione. Non possiamo in alcun modo ritoccare le immagini che forniamo. A Montecitorio e a Palazzo Madama siamo tutti fotografi professionisti accreditati: impossibile che vengano fuori delle immagini fake».
Perché assistere a questo ennesimo tentativo di delegittimare la professione giornalistica?
E invece, l’uscita di Ignazio La Russa è stata davvero fuori luogo. Non si può confondere ancora di più il pubblico che si informa sulle piattaforme digitali o sui giornali online; non si può pensare che un contenuto, visto che è stato diffuso in rete, possa essere sottoposto sempre al dubbio sulla sua veridicità. Si continua ad alimentare la retorica del fake a tutti i costi solo perché circola online. Mentre il vero distinguo da fare è quello sulla professionalità di chi produce un contenuto. Altrimenti, anche nelle parole di La Russa, bisogna leggere l’ennesimo tentativo di delegittimare la professione giornalistica.
«Ho trovato sbagliata la dichiarazione del presidente del Senato – chiude Masiello -. Forse non aveva capito bene di cosa stava parlando, quale contenuto stava mettendo in dubbio. Immagino che per lui sia stata una giornata impegnativa quella di oggi e che, a un certo punto, non si sia reso conto di quello che veniva pubblicato sui giornali». A questo punto, c’è da augurarselo.
Foto IPP da video – Roma 13/10/2022. NB – l’immagine di copertina non è quella di Getty Images (protetta da diritti) a cui si fa riferimento all’interno dell’articolo