FlagMii: l’app che ha permesso a un infermiere di salvare un bambino dal soffocamento
È accaduto a Bologna nei giorni scorsi
03/01/2021 di Enzo Boldi
È gratis, semplice e – in caso di necessità – può contribuire al salvataggio di vite umane. Da qualche giorno si è iniziato a parlare, con colpevole ritardo, dell’app FlagMii: si tratta di un’applicazione, creata in Italia, che unisce due servizi. La notorietà tardiva è arrivata dopo quanto accaduto a Bologna, con un bambino che stava soffocando salvato grazie all’intervento telematico di un infermiere del 118 e al sangue freddo del padre. E ora l’auspicio è che anche altre Regioni oltre a Emilia-Romagna e Piemonte decidano di installare questo servizio.
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La storia di Bologna è stata raccontata dai genitori del bambino salvato grazie all’intervento dell’infermiere del 118 attraverso l’utilizzo dell’app FlagMii: «Mi ha inviato un messaggio, mi ha detto di accettarlo e di attivare la videocamera che io continuavo a puntare sul mio bimbo e su mio marito che stava praticando il massaggio cardiaco – ha detto la madre del piccolo a Il Resto del Carlino -. Attraverso la telecamera l’operatore ha corretto ogni azione, ogni movimento delle mani di Michele (il marito e padre del bambino), era come se fosse lì accanto a noi. Sapevamo esattamente cosa fare grazie alle sue direttive precisissime».
FlagMii, l’app senza clamori che serve a salvare vite umane
Il messaggio inviato dall’operatore del 118 era quello per accedere all’app FlagMii: da lì, attivando la fotocamera per la videochiamata, l’infermiere ha potuto guidare le mani e i gesti del padre nelle sue manovre anti-soffocamento. Il tutto per 23 minuti, in atteso dell’arrivo dell’ambulanza che ha portato il bambino al Sant’Orsola per ricevere le ulteriori cure del caso. Ora il piccolo, nonostante le paure del momento, sta bene. Soprattutto grazie al pronto intervento tramite l’applicazione e al sangue freddo dei genitori.
Dove funziona
Purtroppo, per il momento, l’app FlagMii non funziona ovunque. Tutte le sue funzioni sono attive in Emilia-Romagna e Piemonte (dove ha sede Regola, l’azienda produttrice che ne detiene i diritti). In Veneto è attivo, ma non in tutte le funzionalità. Chissà se il caso di Bologna spingerà le Regioni a chiedere l’istallazione di questa app che si è riservata più che utile.