C’è abbastanza educazione finanziaria nell’universo dei pagamenti digitali?

Igor Lazzaroni di Feduf ha spiegato quali sono i principali indicatori, rispetto alle giovani generazioni, che vengono attenzionati da chi si occupa di educazione finanziaria (e digitale)

29/11/2023 di Gianmichele Laino

Partire dalle scuole, dalle nuove generazioni, per poter far crescere la consapevolezza del cittadino di domani. Anche di quello che si avvicina al mondo degli investimenti, della transizione economica, degli aspetti del mondo della finanza. L’intervista che Giornalettismo ha realizzato insieme a Igor Lazzaroni, responsabile dell’ufficio stampa e dei progetti editoriali di Feduf, va proprio in questa direzione. Feduf – la fondazione per l’educazione finanziaria e il risparmio – è stata istituita su iniziativa di ABI proprio per costruire un progetto di cittadinanza partecipativa su queste tematiche.

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Feduf e l’educazione finanziaria, l’intervista a Igor Lazzaroni

La storia dei pagamenti digitali affonda le sue radici in una tavola calda americana. Abbiamo preso spunto da un panel che Igor Lazzaroni ha diretto nel corso del Salone dei Pagamenti del 22-23-24 novembre a Milano per cogliere un aspetto poco noto di una tecnologia che, di fatto, ci sta cambiando la vita: «Parte tutto da lì – spiega Lazzaroni – perché Frank McNamara, un imprenditore americano, aveva dimenticato a casa il portafoglio e non aveva trovato un altro modo per pagare il suo pranzo al ristorante se non quello di tornare nel proprio ufficio e recuperare i contanti. Durante il tragitto ha avuto l’illuminazione: ha pensato di mettere a sistema i pagamenti in modo tale che, se le persone non avessero avuto con sé i contanti, avrebbero comunque potuto usufruire di beni e servizi».

Da quel momento in poi, i pagamenti digitali si sono evoluti, hanno creato tendenze, hanno avuto forti input, ma hanno anche sollevato domande e questioni, soprattutto tra i più giovani: «Spesso e volentieri, i ragazzi confondono ancora la carta di credito con quella di debito: con una si paga subito, con l’altra si paga più in là nel corso del mese». Ma non è l’unico aspetto che va preso in considerazione: si pensi, ad esempio, all’universo delle criptovalute, alla fascinazione che esercitano sul giovane, ma anche ai rischi che possono portare con sé: «Durante il periodo del Covid abbiamo avuto un vero e proprio boom. Tuttavia, lo hanno dapprima considerato un fenomeno simile al gaming e al gioco d’azzardo. In realtà, sono strumenti di investimento altamente speculativi e c’è un grosso rischio di perdere del denaro».

È importante, dunque, anche aumentare il grado di consapevolezza delle giovani generazioni a proposito della sicurezza relativa ai pagamenti digitali: «Vedono ancora troppi video su TikTok e YouTube che mettono in giro delle fake news – spiega Lazzaroni -. Il fatto è che quando invece capiscono che, attraverso i pagamenti elettronici, possono pagare con l’orologio o con il telefono, che possono ricevere dei soldi se li hanno dimenticati a casa, allora lì capiscono concretamente la sicurezza, la velocità e la certezza dei pagamenti e tutti i vantaggi di questi aspetti».

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