La Nazione e gli influencer che «quasi inducono l’omosessualità al figlio neonato»

La protesta di Fedez contro questo stralcio del commento del quotidiano Toscano

23/04/2021 di Gianmichele Laino

La Nazione ha una sezione attraverso la quale racconta storie di inclusione o di mancata inclusione. Non si può di certo considerare una testata omofoba. Eppure, nonostante le storie di denuncia che racconta quotidianamente ai suoi lettori toscani (in ultimo, quella di Giacomo, cacciato dalla propria abitazione di Valdarno aretino a causa del suo orientamento sessuale), non è immune da un linguaggio che – a questo punto, immaginiamo, quasi di default – risulta scorretto quando si parla di omosessualità. Questa volta, una frase più delle altre ha fatto rumore. Fedez contro La Nazione sottolinea il passaggio di un articolo di commento – firmato dal caporedattore Piero Ceccatelli – che mette nel suo incipit una frase francamente evitabile: «Oggi, ci sono coppie, celebri grazie ai social e quindi obbligate a rendere spettacolare ogni attimo della propria vita, che quasi inducono l’omosessualità del figlio neonato, offrendogli bambole».

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Fedez contro La Nazione, il passaggio evidenziato dal rapper

«Buon 1920 a questo fantastico articolo de La Nazione. Bravi tutti!» – ha commentato il rapper e influencer sui suoi canali social.

Un’accusa diretta che ha immediatamente portato La Nazione nell’occhio della rete. E che ha provocato una reazione immediata: la cancellazione del passaggio nell’incipit dell’articolo e le scuse in calce al testo. «Ci scusiamo per l’inciso che compariva nella versione originale del pezzo – si legge ora nell’articolo -, e che tirava in ballo i figli degli influencer, esprimendo un pensiero che poteva risultare offensivo e fuorviante. Insieme all’autore abbiamo deciso di togliere quel passaggio, il cui contenuto non rispecchia il pensiero di questo giornale».

Sicuramente quello de La Nazione può essere considerato un incidente. Perché ci rifiutiamo di pensare che un sito di news che ha una sezione “arcobaleno” intitolata Luce – diversità, inclusione, coesione possa incorrere nel pensiero più sbagliato quando si parla di omosessualità (il fatto che, in qualche modo, si possa indurre, possa essere condizionata da fattori esterni). Eppure, è forse il sintomo più evidente del fatto che occorra ripensare completamente la narrazione che viene fatta sui quotidiani italiani che parlano di diritti LGBT. E la cosa peggiore, forse, è che se un influecer come Fedez – che ormai risulta molto politicamente schierato nelle battaglie per i diritti – non avesse sollevato la questione, il passaggio sarebbe passato praticamente inosservato.

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