Chiara Ferragni, la Lombardia e il vaccino “ad influencer” alla nonna di Fedez

Un lungo sfogo su Instagram per raccontare la surreale storia del vaccino alla nonna di Fedez

02/04/2021 di Redazione

Una volta erano le leggi ad personam. Oggi ci sono i vaccini ad personam, anzi ad influencer. Senza nemmeno che i diretti interessati abbiano chiesto, tra le altre cose, trattamenti di favore. La storia di Chiara Ferragni, del vaccino alla nonna di Fedez e delle critiche alla Regione Lombardia sembra avere proprio questa sfumatura.

LEGGI ANCHE > La proiezione da record del post di Chiara Ferragni che annuncia la nascita della figlia Vittoria

Vaccino alla nonna di Fedez, la storia di Chiara Ferragni

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Chiara Ferragni ✨ (@chiaraferragni)

La parte interessante della storia arriva subito all’inizio. La nonna di Fedez, la signora Luciana Violini, essendo in età per essere vaccinata con Pfizer, ha dovuto subire i ritardi che, in Lombardia, hanno interessato diversi cittadini. Chiara Ferragni ne aveva parlato nelle sue recenti Instagram Stories. Non aveva sicuramente approvato il fatto che la macchina organizzativa della sanità lombarda stesse procedendo così a rilento.

Clamorosamente, dopo qualche ora dalla sua Instagram Stories, la signora Luciana Violini ha ricevuto una telefonata dalla sua Asl di riferimento, nel corso della quale si invitava la stessa a presentarsi alle ore 12 per ottenere la somministrazione della prima dose. Una questione che Chiara Ferragni ha ritenuto inaccettabile e – per questo motivo – da denunciare. Il passaggio più significativo del lungo post con cui ha attaccato duramente i vertici amministrativi della Lombardia (ma non ha risparmiato nemmeno un richiamo alle responsabilità per chi «da responsabile, continua a sbagliare, sia quelli che c’erano e che sono andati via, sia quelli che ci sono sempre stati e sono ancora sulle loro poltrone senza vergogna») è questo: «Se ieri ero arrabbiata oggi lo sono ancora di più pensando che nonna Luciana, che aveva diritto a essere vaccinata da mesi, riesce a far rispettare un suo diritto solo perché qualcuno ha paura che io possa smuovere l’opinione pubblica. E invece le altre nonne che hanno lo stesso diritto e non hanno chi può farsi sentire mediaticamente come faranno? Chiedo il vaccino per tutte loro, per tutte le persone fragili, per tutti coloro i cui diritti fino ad oggi sono stati calpestati».

Un attacco diretto alla gestione delle vaccinazioni, ma anche alla classe dirigente in generale – non solo regionale – con tanto di appello a Mario Draghi («persona che stimo e a cui va il mio supporto e comprensione perché non posso nemmeno immaginare la situazione incasinata che ha ereditato»). Chiara Ferragni, insomma, dopo la denuncia dell’episodio della nonna di Fedez – che dimostra, una volta di più, come oggi in Italia si percepisca come privilegiato non tanto chi ricopre ruoli di responsabilità, ma chi ha una maggiore visibilità sui social network -, si lascia andare a un’invettiva che – viste anche le sfumature populiste – sta piacendo molto.

Share this article