Polemica governo-Cio, Federica Pellegrini: «Senza bandiera dell’Italia non è scontato che vada alle Olimpiadi»

Quella di Tokyo 2020 sarà senz’altro la sua ultima Olimpiade. E Federica Pellegrini ci vuole andare difendendo i colori dell’Italia. Ecco perché oggi, nel corso dell’intervista al Corriere della Sera con Gaia Piccardi, l’atleta azzurra – fresca vincitrice della medaglia d’oro mondiale nei 200 stile libero – esprime delle perplessità in merito alla vicenda che ha portato allo scontro tra il Comitato Olimpico Internazionale (il Cio, appunto) e il governo italiano.

Federica Pellegrini e l’incubo Tokyo 2020 senza bandiera italiana

Quest’ultimo vorrebbe riformare il Coni e ha approvato, per questo motivo, una legge delega che, nei prossimi mesi, dovrebbe prevedere delle misure attuative ben precise. Tuttavia, questa riforma non convince il Comitato olimpico internazionale, che è preoccupato per l’autonomia del Coni e per il fatto che quest’ultimo sia relegato esclusivamente all’organizzazione dei giochi olimpici. Per questo motivo, ha inviato una dura lettera al governo in cui si intravede la possibilità di attuare una misura di sospensione nei confronti dell’Italia. E questo significherebbe che gli azzurri dovrebbero gareggiare sotto la bandiera del Cio e senza i colori azzurri. Niente tricolore, niente inni nazionali.

La prospettiva disturba Federica Pellegrini che afferma di non essere una politica, ma che si augura che le parti in causa facciano un passo avanti l’una in direzione dell’altra: «Io a Tokyo voglio andarci con la bandiera sulle spalle. Lavori tutta una vita e poi ti rovinano la tua quinta e ultima olimpiade. Ora come ora direi: vado comunque. Ma non è così scontato. Senza patria, senza inno: questo è fantasport».

Come l’ha presa Federica Pellegrini

La sospensione dell’Italia dal Cio comporterebbe anche l’automatica esclusione di tutti gli sport di squadra: «Non oso pensare cosa stia pensando Sandro Campagna e la squadra del Settebello italiano (oro in Corea agli ultimi mondiali) in questo momento. Io non credo che tutto ciò possa succedere, è impossibile».

Eppure lo scontro sembra esserci: il governo e il Cio sono ai ferri corti e l’esecutivo sembra irremovibile sui punti della sua riforma che sono stati proposti. A settembre, le parti si incontreranno. Ma l’interrogativo è: esisterà ancora questo governo?

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