La class-action che sostiene che Facebook abusi dei dati degli utenti: chiede 2,3 milioni di sterline

È la Financial Conduct Authority (FCA) che sta portando avanti questa azione legale

14/01/2022 di Redazione

Meta può vedere le sterline. Nel senso che una class-action portata avanti dalla FCA (l’autorità che si occupa di monitoraggio dell’attività finanziaria sul suolo britannico) ha evidenziato ancora una volta una sproporzione tra l’utilizzo delle piattaforme di Meta (da Facebook a Instagram) e i benefici degli utenti. Una causa, potenzialmente, da 2,3 milioni di sterline, l’equivalente di 3,2 milioni di euro.

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FCA contro Facebook, la class-action

Il tema è sempre lo stesso: cosa offre Facebook agli utenti e cosa Facebook prende da questi utenti? È il segno di una nuova importante cultura del dato personale, che mette in evidenza – dopo anni in cui questa prassi è stata sottovalutata – quanto sia importante la propria identità digitale e come le piattaforme la sfruttino, dietro allo specchietto per allodole della loro presunta gratuità.

L’appiglio legale è il Competion Act. Si tratta di una legge che regola la concorrenza per quanto riguarda il mercato britannico. La FCA sostiene che Meta lo abbia violato perché non assicurerebbe ai suoi utenti vantaggi tali da poter giustificare i suoi ricavi basati proprio sulla profilazione degli utenti e la conseguente mole di inserzioni su cui si basa il modello di business del social network di Menlo Park.

Facebook proverà a difendersi ancora una volta, sostenendo che ogni utente è potenzialmente in grado di percepire quali informazioni personali verranno condivise sulla piattaforma, potendo autonomamente valutare la convenienza del suo utilizzo. La battaglia – con il guanto di sfida – è stata appena lanciata.

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