La madre del piccolo Evan era indagata da luglio per maltrattamenti

Dopo le ripetute cure al pronto soccorso del figlio, la procura aveva aperto un fascicolo su Letizia Spatola

25/08/2020 di Enzo Boldi

Risvolti che fanno accrescere la rabbia e il dolore per una brutale uccisione che poteva essere evitata. È quanto emerge dalle ultime notizie che arrivano dalla Sicilia. Letizia Spatola, madre del piccolo Evan, era stata già inserita nel registro degli indagati dalla Procura di Siracusa dopo alcune segnalazioni arrivate dagli ospedali in cui era stato portato il figlio per alcune cure successive a trauma. Il fascicolo era stato aperto a luglio, oltre un mese prima dell’omicidio del bambino. Per questo reato la donna e il suo attuale compagno, Salvatore Blanco, sono finiti in carcere.

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Il piccolo è morto lo scorso 17 agosto dopo esser stato selvaggiamente picchiato – secondo la tesi degli inquirenti – dal compagno della donna che, dal canto suo, non si sarebbe opposta al comportamento dell’uomo nei confronti del figlio di 21 mesi. Ma la storia del piccolo Evan era già nota agli investigatori e alla Procura di Siracusa. Come riporta Giorgio Ruta su La Repubblica, gli inquirenti avevano aperto un fascicolo contro la donna dopo aver portato il figlio in ospedale. Il bambino presentava una frattura della clavicola.

Evan, la madre già indagata per maltrattamenti a luglio

Era il 6 luglio e si trattava solamente di uno dei tanti traumi subìti dal piccolo Evan e curati in ospedale. Il 27 maggio il bambino venne portato in ospedale per una frattura scomposta al femore destro. Il suo corpo presentava anche alcune tumefazioni all’altezza delle anche e del ginocchio. Passano pochi giorni (era il 12 giugno) e Letizia Spatola porta nuovamente il figlio al Pronto Soccorso per una ferita infetta. Poi l’episodio della clavicola rotta a luglio, ultimo prima dell’uccisione del bambino arrivata il 17 agosto.

Le carte dell’inchiesta

Una tragica conclusione che si poteva evitare. Il padre di Evan aveva denunciato la moglie poco prima della morte del figlio. La Procura aveva aperto un’indagine per maltrattamenti. E dalle carte dell’inchiesta emergono dettagli raccapriccianti sui trattamenti che il piccolo era costretto a subire: dai calci agli schiaffi, passando per le frustrate con i cavi elettrici. Ma quando la madre lo portava al pronto soccorso, giustificava i traumi parlando di «bambino iperattivo».

(foto di copertina: da Pixabay)

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