Cosa sta accadendo in Etiopia e perché c’è stata una restrizione dei social network

Continue violenze nella regione del Tigray. Poi, nella notte, lo stop alle comunicazioni attraverso Facebook, Instagram e Whatsapp

17/05/2021 di Enzo Boldi

Nell’ultima settimana l’attenzione mediatica si è – legittimamente – spostata su quel che sta accadendo in Medio Oriente, con il tizzone sempre acceso del conflitto tra israeliani e palestinesi che ha provocato una nuova ondata di violenze. Ma nel resto del Mondo ci sono moltissimi Paesi alle prese con conflitti e guerriglie interne che, però, non hanno la stessa rilevanza mediatica. Un esempio è il caso dell’Etiopia, dove si stanno susseguendo fatti di gravità epocale nei confronti della popolazione nella regione del Tigray. Una storia che vede fazioni opposte (eserciti e fronti rivoluzionari per la liberazione) che sta provocando atti di deliberata violenza.

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Ed è proprio partendo da tutto ciò che nelle scorse ore – per alcune ore – i social network non sono risultati accessibili in Etiopia. Facebook, Instagram e Whatsapp (insomma, tutte le piattaforme gestite dal gigante di Menlo Park) non erano più utilizzabili. La conferma arriva da NetBlocks, l’osservatorio di Internet – con sede a Londra – che ha segnalato quel che stava accadendo in Etiopia.

Poi, dopo qualche ora, tutto è tornato alla normalità. Come riporta l’agenzia Reuters, non si è trattato di un comune down dei tre social network. Alcuni utenti, infatti, sono riusciti a collegarsi a Facebook, Whatsapp e Instagram utilizzando la VPN (una rete virtuale privata) geolocalizzata al di fuori dei territori etiopi. E, attraverso questo strumento, sono riusciti a connettersi.

Etiopia, revocate le restrizioni ai social network. Ma cosa sta accadendo?

Tensioni che non sono solo tensioni. Perché le denunce che arrivano dalla regione del Tigray raccontano di un vero e proprio genocidio e di una violenza continua nei confronti della popolazione. Solo qualche giorno fa, una suora è riuscita a parlare con una giornalista del The Guardian, raccontando uno spettro atroce di quel che sta accadendo in Etiopia. Si parla di stupri come arma di guerra. Violenze che si unisco alle violenze che proseguono da settimane. E sono storie che non riescono a essere narrate con efficacia, anche a causa della carenza di linee di comunicazione.

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