La bufala di Carola Rackete e della Germania che le aveva ordinato di portare i migranti in Italia

Male, a tratti malissimo. Tutt quello che in questi giorni si è detto a proposito di Carola Rackete e delle sue parole sul trasporto dei migranti a Lampedusa per ordine della Germania è un falso, derivato da una cattiva interpretazione e da titoli troppo forzati sulla sua intervista rilasciata alla tedesca ZDF. L’intervista risale al 7 agosto 2019 ed era già stata riportata, in Italia, dal sito TPI. Ieri, alcuni giornali come Libero e il Giornale hanno contribuito alla diffusione di una sua presunta affermazione secondo cui sarebbe stata la Germania a ordinare alla Capitana di far sbarcare i migranti a Lampedusa.

Errore traduzione Carola Rackete: ecco la bufala

Un misunderstanding che, poi, è diventato virale ed è stato subito condiviso all’interno della rete dei sovranisti. La notizia, infatti, oltre che da diversi politici, è stata condivisa sui social network anche dal filosofo Diego Fusaro, una voce molto ascoltata nella bolla sovranista. In realtà, Carola Rackete nel corso dell’intervista dice un’altra cosa.

Innanzitutto dichiara di non avere avuto alcuna comunicazione con il governo tedesco. Tuttavia, il passaggi controverso dell’intervista è stato quello in cui la città di Rottenburg si era detta favorevole a ospitare i migranti della Sea Watch. Questa proposta sarebbe stata cassata dal ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer, perché in un primo momento ci sarebbe stato bisogno della registrazione dei migranti, come previsto dal regolamento di Dublino.

Le interpretazioni su un errore traduzione Carola Rackete

Inoltre, come è stato riportato da diversi politici italiani – non ultimi i parlamentari che sono saliti sulla Sea Watch -, era noto che una soluzione a livello europeo era già stata trovata: la stessa Carola Rackete, nelle interviste rilasciate a Repubblica e a Der Spiegel, aveva raccontato delle parole dei parlamentari che le avevano prospettato una soluzione – molto prossima – sull’eventuale redistribuzione dei migranti.

A Repubblica, Carola Rackete aveva detto: «Ma si sbagliavano: ho smesso di credere ai rumors, ho valutato la situazione sul ponte e i report medici e ho stabilito che la linea rossa era superata: non potevo più garantire la sicurezza e la salute dei migranti». Dunque, nessun ordine dalla Germania – come è stato scritto da alcuni giornali italiani che hanno tradotto male l’intervista di Carola Rackete -, ma soltanto le voci sulla possibile redistribuzione dei migranti (cosa tra l’altro diffusa da tutti gli organi di stampa e da diversi esponenti politici). Soprattutto non c’è stato nessun complotto anti-italiano da parte della Germania.

EDIT: TPI ha affermato di non aver fatto disinformazione, in un articolo che si può leggere a questo link. Tuttavia, la contestazione principale riguarda gli articoli pubblicati da Il Giornale e da La Verità che danno un’interpretazione molto forzata delle parole di Carola Rackete. Fermo restando che non c’è stata alcuna ammissione da parte di Carola Rackete di aver ricevuto ordini dal governo tedesco in merito a quanto fatto con la Sea Watch

Share this article