Black Mirror: l’episodio Cardarelli | IL SIGNOR DISTRUGGERE
Una riflessione sul doppio piano: quello legale-amministrativo e quello della comunicazione
14/11/2020 di Il Signor Distruggere
Quello che sembrava essere un episodio di Black Mirror invece è la realtà. Qualche giorno fa sui social, ma soprattutto su Whatsapp, è rimbalzato un video girato all’interno dell’ospedale Cardarelli di Napoli dove è stato ripreso il cadavere di un uomo, Giuseppe Cantalupo di 84 anni, riverso nel bagno dell’affollatissimo pronto soccorso. L’autore del video ha dichiarato in TV che non intendeva mancare di rispetto al defunto o alla sua famiglia, malgrado i toni espressi, sostenendo di aver inviato il video solo ad alcuni suoi familiari i quali, evidentemente, lo avranno poi inoltrato ad altre persone.
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Episodio Cardarelli, la differenza tra ‘denuncia’ e ‘viralità sui social’
Chiariamo: ha fatto bene a girare il video per documentare ciò che stava accadendo, ma quel video poi andava portato in Procura, non altrove. Solo nel mio caso è girato in almeno tre gruppi di amici e familiari su Whatsapp in cui sono iscritto, tutte persone che non conoscono né l’autore del video, né la sua famiglia, né la famiglia del signor Cantalupo. Il potere della viralità. Rosario, così si chiama l’autore, voleva probabilmente documentare una condizione di degrado, forse non rendendosi neanche conto di ciò che era accaduto e di ciò che stava materialmente facendo, ma nel paradosso dell’assurdo, sebbene sia censurabile un comportamento del genere, il suo video ha innescato una serie di conseguenze di alto livello.
Le conseguenze dell’episodio Cardarelli
La famiglia Cantalupo, che in un primo momento aveva deciso di non sporgere denuncia nei confronti dell’ospedale, dopo aver visionato il video ha cambiato idea. Pare che siano stati avvisati telefonicamente da qualcuno del pronto soccorso, che li avrebbe informati del decesso avvenuto in un letto della struttura, così come hanno dichiarato in trasmissione da Barbara D’Urso. Tanto è bastato per convincerli a procedere per vie legali, l’omissione della vergognosa verità.
Un’altra conseguenza è a livello amministrativo: il Governo ha inviato al Cardarelli degli ispettori per capire cosa sia realmente successo e di chi sarebbero le responsabilità. La Procura ha avviato indagini e già si legge sui giornali di prossimi avvisi di garanzia. Fosse accaduto in un’epoca senza social network probabilmente le cose sarebbero andate diversamente. Ripeto, il potere della viralità.
Episodio Cardarelli, un macabro scorcio di realtà recapitato direttamente a casa
Analizzando la situazione su un piano prettamente comunicativo ci troviamo di fronte a un macabro scorcio della realtà che ci è stato recapitato direttamente a casa, senza averlo chiesto e senza esserne preparati. Certo, non è la prima e non sarà l’ultima volta, ma quando vent’anni fa volevi fruire di un certo tipo di contenuti avevi libertà di scelta, potevi andare su “rotten.com” o siti simili; i social network, invece, ci hanno letteralmente aperti a tutto e normalizzato un qualcosa che oggettivamente non lo è.
I gestori, anche volendo, non sanno come fare per contrastare il fenomeno, infatti sono passati tre giorni e il video è ancora disponibile ovunque.