Le differenze tra la causa vinta contro Google e quella parzialmente persa contro Apple

Perché le cause Epic Games contro Google e contro Apple partono dallo stesso presupposto ma hanno avuto esiti differenti?

13/12/2023 di Ilaria Roncone

Contro Epic Games Google ha perso dove Apple ha vinto. Perché tutto questo se, nella sostanza, la ragione per cui Epic ha fatto causa a Apple prime e a Google poi è la stessa? Alla fine, il giudice ha riconosciuto che – per come funziona – Google Play Store rappresenta un monopolio e la società ha deciso che farà ricorso contro questa decisione. Apple, dal canto suo, ha vinto in 9 dei 10 punti posti al centro del dibattimento. Vediamo di capire le differenze tra l’esito di Epic Games contro Apple e l’esito di Epic Games contro Google.

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Epic Games contro Apple: rispetto alla vittoria di Cupertino c’è un ma

A emettere la sentenza favorevole a Apple è stata la giudice Yvonne Gonzalez Rogers. Favorevole, come sottolinea Italian Tech, in 9 punti su 10 totali. Epic ha avuto ragione riguardo la possibilità per gli sviluppatori di informare i clienti del fatto che esistono altri metodi di pagamento alternativi alla piattaforma Apple. In questo senso, si tratta di un pronunciamento che potrebbe portare le regole dell’App Store a cambiare in futuro.

Il primo punto della sentenza chiarisce come Apple – secondo la Corte – non possa essere definitivamente qualificato come monopolio. Proprio qui sta la differenza con quanto, invece, è stato stabilito nella causa di Epic contro Google. Causa alla quale, essendo successiva a quella nei confronti di Apple, la casa produttrice di videogiochi è arrivata maggiormente preparata e conscia degli errori commessi nell’accusa del primo processo.

Epic Game contro Google: Play Store riconosciuto come monopolio

Il giudice James Donato e la giuria hanno decretato che Play Store di Google ha assunto una posizione di monopolio, abusando della sua posizione dominante nel mercato delle applicazioni e impedendo alla concorrenza lo sviluppo di soluzioni che fossero alternative e più vantaggiose per gli sviluppatori. Tutto questo è stato frutto dell’apertura che Google ha mostrato nei confronti di sistemi terzi.

La differenza di esito tra le due cause – come spiega anche DDay – sta nella posizione assunta da Epic Games. Contro Apple, l’azienda ha fatto leva sulla percentuale che doveva riconoscere all’App Store e sull’impossibilità di utilizzare un sistema terzo di pagamento. La giudice ha chiarito che è giusto che Apple venga pagata per ciò che offre. A Google, invece, Epic non ha contestato la percentuale di commissione ma il fatto di impedire che possano nascere e possano svilupparsi soluzioni alternative.

Il punto è che, a differenza di Apple – che è un sistema chiuso -, Android prevede la possibilità di installare app store alternativi. Nonostante questo, Google agisce per incentivare i produttori di telefoni a installare le sue app e il suo Play Store arrivando a prendere accordi con le aziende affinché non facciano installare ai produttori store alternativi.

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