Il significato della storica vittoria di Epic Games contro Google

Una vicenda iniziata nell'agosto del 2020, con una causa parallela che aveva coinvolto anche Apple (anche se con esiti diversi)

13/12/2023 di Enzo Boldi

Era l’agosto del 2020 e la decisione di Apple e Google di rimuovere dai rispettivi app store digitali il popolarissimo gioco Fortnite. Le due aziende Big Tech avevano accusato la casa madre del videogioco – Epic Games – di aver aggirato le regole sui pagamenti, inserendo in app un sistema in grado di aggirare il versamento di una quota-parte del valore degli acquisti a Cupertino e Mountain View. Da quel momento sono iniziate due cause distinte, ma parallele. Se in prima istanza l’azienda produttrice era stata sconfitta da Apple, nella giornata di martedì 12 dicembre è arrivata una sentenza diametralmente opposta che è destinata a cambiare lo status quo dell’ecosistema delle app digitali. Vediamo come potrebbe modificarsi il panorama e il mercato al termine del caso “Epic contro Google“.

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La giuria del distretto della Carolina del Nord si è espressa, infatti, a favore dell’azienda che produce – tra i tanti titoli – Fortnite, uno dei giochi più conosciuto al mondo. La causa era nata dall’accusa di Epic Games nei confronti di Google (e Apple): gestione monopolistica – quindi illegale – del mercato delle app digitali attraverso gli store. Di fatto, le due cause si sono mosse su altrettanti binari paralleli: le due aziende Big Tech accusate di pratiche commerciali scorrette e monopolistiche sul mercato delle app sui dispositivi Android e iOS.

Epic contro Google, la sentenza storica per le app mobile

Nel monografico di oggi, Giornalettismo entrerà nel dettaglio della sentenza “Epic contro Google“, mettendo in evidenza il peso storico di questa decisione (anche se l’azienda Big Tech ha già annunciato ricorso) e quel che potrebbe cambiare nel mercato delle app digitali. Anche perché, seppur l’esito giuridico finale è stato diverso, anche la sentenza che aveva “premiato” Apple nei confronti delle accuse dei produttori di Fortnite aveva dato dei frutti che si riassumono all’interno del concetto di “sideloading”. Ed Epic Games parla così di questa vittoria:

«Google era disposto a pagare miliardi di dollari per soffocare app store alternativi, pagando gli sviluppatori affinché abbandonassero i propri sforzi nei negozi e i piani di distribuzione diretta e offrendo accordi altamente redditizi con i produttori di dispositivi in ​​cambio dell’esclusione dei concorrenti. app store.
Questi accordi avevano lo scopo di consolidare il dominio di Google come unico app store in città – e ha funzionato. Oltre il 95% delle app sono distribuite tramite il Play Store su Android.
Google impone una tassa del 30% agli sviluppatori semplicemente perché hanno impedito a qualsiasi concorrente valido di emergere per offrire affari migliori. E i dirigenti di Google hanno riconosciuto in tribunale che la loro offerta di una tariffa del 26% sulle opzioni di pagamento di terze parti è una scelta falsa per gli sviluppatori».

Accuse che hanno portato a una vittoria di Epic contro Google, con il giudizio unanime della giuria. Ora, però, starà a un giudice decidere – in base a questa sentenza – quali saranno le conseguenze (anche a livello di eventuali sanzioni) che l’azienda di Mountain View dovrà scontare. Intanto, però, Google – attraverso le parole del vicepresidente Wilson White ha già annunciato ricorso:

«Abbiamo intenzione di contestare il verdetto. Android e Google Play offrono più scelta e apertura rispetto a qualsiasi altra importante piattaforma mobile. Il processo ha chiarito che competiamo ferocemente con Apple e il suo App Store, nonché con gli app store su dispositivi Android e console di gioco. Continueremo a difendere il modello di business Android e resteremo profondamente impegnati nei confronti dei nostri utenti, dei partner e dell’ecosistema Android nel suo complesso». 

La questione, dunque, potrebbe essere ancora non risolta del tutto. La stessa Google, nel corso di questa causa durata oltre tre anni, ha leggermente modificato la policy della gestione delle app per Android, aprendo anche a soluzioni “open” per gli sviluppatori. Questo, però, potrebbe non bastare.

Cosa potrebbe succedere

Oltre a scavare all’interno delle differenze tra la causa “Epic contro Google” e quella “Epic contro Apple”, Giornalettismo cercherà anche di spiegare il senso dell’accusa mossa contro il gigante di Mountain View, il possibile cambiamento dell’ecosistema del mercato degli app store digitali per i dispositivi elettronici e, non per ultimo, il principio del sideloading che diventerà realtà – nel 2024 – anche per l’azienda di Cupertino, come previsto – tra le tante cose – anche dal Digital Markets Act dell’Unione Europea.

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