Come il Covid ha influenzato le campagne di email marketing nel 2020

L'effetto Covid sul mondo dell'email marketing si è fatto sentire già dal mese di marzo 2020

02/02/2021 di Redazione

Il coronavirus è entrato in ogni ambito della nostra vita, anche dove non ce ne siamo accorti. Anche nell’email marketing, per esempio. La consapevolezza di come il coronavirus abbia cambiato il mondo dell’email marketing arriva da uno studio condotto da MailUp, società italiana specializzata in soluzioni di messaging e marketing multicanale, che ha posto il focus sulla questione. Nel 2020 del miliardo di messaggi di email marketing inviati ben 103 milioni aveva nell’oggetto parole chiave che richiamavano apertamente all’emergenza sanitaria (Covid-19, lockdown, quarantena, pandemia).

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L’email marketing ai tempi del Covid

Il coronavirus è entrato prepotentemente nelle nostre vite e, di conseguenza, anche nel marketing che ci circonda. In ambito di email marketing nel solo mese di marzo 2020 le email a tema Covid inviate hanno riguardato soprattutto il settore della medicina, il no profit e gli enti pubblici. Anche nel delivery l’email marketing ha avuto il suo peso, soprattutto in ambiti come il beauty e il retail. Lo studio dimostra che c’è stata una crescita sensibile delle comunicazioni a tema Covid nella prima fase di contagio con un picco di email sul delivery nei primi mesi del lockdown – quando nessuno poteva spostarsi di casa e consegnare quello che si vendeva a domicilio era il solo modo consentito di lavorare -.

L’interesse del pubblico per le email con oggetto il Covid

Così come tutto quello che riguarda il Covid, anche le email che avevano nell’oggetto la pandemia sono state oggetto dell’interesse di più persone. Tra febbraio e aprile l’open rate – il tasso di apertura dei messaggi – si è assestato attorno al 20%. Da quel momento ha seguito l’andamento della curva epidemiologica nel senso che c’è stato un lieve calo nell’apertura delle email durante il periodo estivo (in media tra il 15% e il 17%). Nell’ambito del delivery le mail che hanno riscontrato maggiore interesse tra i riceventi sono state quelle del settore bellezza e cura della persona (l’8% del totale delle mail inviate nei mesi primaverili con un tasso di apertura tra il 15% e il 20%). La self care ha vissuto un piccolo logico: nei mesi in cui le persone hanno sperimentato la restrizione della mobilità il tempo per occuparsi di se stessi, vivendo tra le mura domestiche, è aumentato. Giuseppe Vadalà, Customer Value Manager di MailUp ha chiarito che «molte aziende di settori diversi si sono trovate costrette ad adeguare in corsa le rispettive strategie di comunicazione e vendita per far fronte al nuovo scenario. In un contesto inedito di difficoltà collettiva, l’email si è confermata un canale versatile ed efficace per mantenere viva la relazione con i propri clienti».

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