Marco Travaglio e la sconfitta del M5S: «La picchiata di un movimento in crisi di identità»

Era un editoriale importante quello che ha dovuto scrivere Marco Travaglio a commento delle elezioni europee: pochi giorni fa il direttore del Il Fatto Quotidiano è stato accusato dalla sua redazione di pendere troppo dalla parte del Movimento 5 Stelle, ovvero il grande sconfitto di questa tornata elettorale comunitaria. Le parole del giornalista hanno un sapore dolce amaro: poteva andare peggio, ma il Movimento deve guardarsi allo specchio una volta per tutte.

Marco Travaglio e la sconfitta del M5S: «La picchiata di un movimento in crisi di identità»

Marco Travaglio scrive il suo editoriale intorno a mezzanotte e mezza, poco dopo le prime proiezioni. Limiti della carta stampa del resto, e qualche dettaglio cambia durante la notte, ma non la sostanza. La Lega stravince: «Matteo Salvini è il vincitore delle Europee in Italia, anche più della sua camerata Marine Le Pen in Francia» scrive il direttore de Il Fatto quotidiano. travaglio evidenzia come il leader del Carroccio sia riuscito a ribaltare gli equilibri delle politiche, diventando lui più forte del partner di governo. «Se resisterà alla tentazione di andare all’incasso rovesciando il governo per votare subito – scrive Travaglio – farà pesare la sua supremazia sull’alleato fortemente indebolito». Perché è chiaro che da queste europee il Movimento 5 Stelle ne esce molto ferito.

Il risultato raggiunto dai pentastellati «rappresenta il minimo storico degli ultimi sei anni» sentenzia il giornalista, definendola una «cocente sconfitta». Oltre al danno, la beffa, perché il M5S oltre ad aver perso una grande fetta di sostegno è stato anche sorpassato dal Partito Democratico, altro acerrimo nemico. Un colpo che Travaglio definisce un «handicap psicologico! e che sentenzia la retrocessione del movimento da primo partito a terzo in soli 14 mesi di governo. Le ragioni di questo tracollo sono riconducibili fondamentalmente ad una «crisi di identità». Il movimento si è trovato «costretto a fare l’opposizione della maggioranza di cui è pur sempre il primo azionista» continua Marco Travaglio, evidenziando come il contrattacco «aggressivo, indennitario e antileghista» utilizzato durante la campagna elettorale si sia rivelato evidentemente una scelta sbagliata. La colpa, però, è anche del «clima da guerra fredda aizzato dalla grande stampa» che secondo il giornalista ha fomentato la discussione «sul vecchio asse destra-sinistra, fascismo-antifascismo». Un richiamo alle urne che ha colpito soprattutto gli elettori di sinistra, lasciando i seguaci del Movimento 5 Stelle confusi e «disorientati da un movimento che salva Salvini dal processo Diciotti e subito dopo chiede i voti sulla legalità e la questione morale». L’invito di Marco Travaglio ai pentastellati è di guardarsi allo specchio e recuperare quella verve e quella identità che si è persa tra i tweet acidi dei due vicepremier.

(Credits immagine di copertina: ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)

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