L’importanza dell’educazione civica digitale nelle scuole

Una chiacchierata con Giorgio Giovanardi, giovane head of production di Spinup e volontario dell'associazione no-profit Social Warning

09/02/2021 di Enzo Boldi

Giorgio Giovanardi è uno dei giovani che ha aderito con entusiasmo e professionalità al progetto lanciato da Davide Dal Maso con l’associazione no-profit ‘Social Warning – Movimento Etico Digitale’. Lui fa parte dei 200 volontari che vanno nelle scuole – per il momento, vista la pandemia, il tutto si svolge online – per educare i più giovani a un utilizzo corretto delle infinite possibilità che offre Internet. E dalle sue parole è emerso un obiettivo che dovrebbe essere di tutti: portare l’educazione civica digitale all’interno delle strutture scolastiche. Una missione ambiziosa, ma necessaria. Perché la rete è quell’incredibile entità tanto astratta quanto concreta. E, come ogni cosa, unisce lati positivi e lati negativi. Ma non per colpa della sua natura, ma per le responsabilità del singolo utente che la usa e vi si approccia.

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Il suo lavoro di Capo della produzione di Spinup, si accompagna al suo essere volontario nell’associazione fondata da Davide Dal Maso. E il suo ruolo è fondamentale: partecipa alle lezioni con i giovani studenti con l’obiettivo di educarli ad avere un occhio critico nei confronti di Internet e un utilizzo consapevole di tutto quello che viene messo a disposizione dalla rete. «La cosa più importante è lasciar parlare i giovani perché troppo spesso si fa retorica su di loro e su aspetti che gli adulti non conoscono perché non affrontano. Andare a trovare i ragazzi nelle classi, anche se oggi solo in forma digitale, è molto importante.

Educazione civica digitale, l’intervista a Giorgio Giovanardi

Nel suo racconto, Giorgio Giovanardi ci ha raccontato l’evento a cui ha partecipato questa mattina in occasione del Safer Internet Day 2021. Attraverso la piattaforma Twitch, molto in voga tra i giovani, è andata in scena una ‘lezione’ di educazione civica digitale rivolta ai più giovani, con la partecipazione dei ‘nuovi influencer’ dell’era moderna: i gamer. Sono loro, infatti, che hanno preso il posto che era – nella concezione comune, soprattutto tra i più giovani – dei calciatori. «Abbiamo deciso di utilizzare Twitch proprio perché è molto utilizzato dai giovani che ci hanno detto come quella piattaforma streaming accompagni le loro giornate anche come sottofondo».

E nell’evento di oggi, insieme a personaggi molto influenti nella rete, si è parlato di un tema che dovrebbe essere di attualità, anche nelle scuole: «I dati che sono arrivati dall’Osservatorio di Social Warning, parlano di problemi che derivano dall’assenza di un’educazione civica digitale. Le nuove generazioni devono sviluppare una user experience, fatta di educazione e consapevolezza del mezzo che si sta utilizzando. E l’equazione è semplice: più persone raggiungi, più si riesce a creare una base educativa solida.

Consapevolezza e non demonizzazione

Il concetto chiave espresso da Giovanardi nella sua intervista a Giornalettismo è chiaro: «Imparare a non subire passivamente». Insomma, l’educazione civica digitale si basa sul concetto di consapevolezza e non di demonizzazione di Internet. Conoscere l’ecosistema in tutti i suoi aspetti per saper sfuggire alle deviazioni della rete che derivano da un utilizzo sbagliato del prodotto. Questo obiettivo parte dai giovani volontari e volenterosi di Social Warning, ma deve arrivare anche alle famiglie e non solo ai giovani. Gli adulti, infatti, spesso e volentieri pontificano senza conoscere i fenomeni o, in altri casi, non conoscono affatto le abitudini online dei propri figli o delle nuove generazioni. Per questo motivo, magari affiancato al grande ritorno dell’educazione civica come materia scolastica, occorre affiancare a tutto ciò anche quella sfaccettatura sull’educazione digitale. Perché il futuro è quello e conoscere al meglio i pro e i contro non può far altro che offrire strumenti utili a tutte le generazioni future per un uso consapevole di quel futuro.

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