Il 2020, l’anno delle fake news: cresciute del 436% le segnalazioni

Forse, però, siamo solo più attenti e pronti a denunciare le bufale

04/01/2021 di Enzo Boldi

In molti le condividono, ma in tanti le denunciano. Il dato della Polizia Postale sulle fake news nel 2020 ha una doppia lama: da una parte si registra un aumento nella diffusione delle bufale (il tutto acuito dalla pandemia e dalle varie teorie della cospirazione che, anche noi, ci siamo trovati a smentire nel corso dello scorso e difficile anno); dall’altra c’è da registrare una maggiore attenzione critica e funzionale di molti utenti che hanno inviato segnalazioni, nel tentativo di bloccare la condivisione di notizie false (spesso create ad arte per fagocitare un determinato tipo di pubblico) in un periodo così complesso.

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Il dato inserito nel report della Polizia Postale sulle fake news nel 2020 è impressionante: nei passati 366 giorni (è stato un anno bisestile) le segnalazioni per le bufale diffuse online ha segnato un clamoroso + 436%: si è passati, dunque, dalle 21 del 2019 alle 134 dell’anno appena terminato. Il tutto si lega a una crescita spasmodica dei reati informatici (tentativi di truffa telematica e veri e propri carrozzoni di criminalità online) e di quelli contro i minori (con particolare riferimento alla pedopornografia e al cyberbullismo).

Fake news nel 2020, segnalazioni cresciute del 436%

Reati fisici in diminuzione hanno fatto da contraltare alla crescita esponenziale di tutti quei fenomeni criminali che avvengono sul web: dallo stalking alle minacce, fino ad arrivare alle truffe per via telematica (molti dei quali partiti da pagina Facebook, messaggi sms, chat whatsapp e mail). Il tutto, però, ora può essere facilmente segnalato alla Polizia Postale che sul proprio sito consente ai cittadini di denunciare qualsiasi tipo di reato (o sospetto tale), con denunce online che permettono una verifica quasi immediata di quanto accaduto.

L’anno delle bufale

E in questo ambito ci sono anche le fake news nel 2020 che hanno toccato il picco massimo. Sono intorno a noi ogni giorno: aprendo un social network, una chat e – purtroppo – anche scorrendo le pagine (fisiche o digitali) di alcuni quotidiani che hanno condiviso notizie senza verificare le fonti (prima dei passi indietro, ma solo alcuni).

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