Cyberbullismo e non solo: i mali del web acuiti in quest’anno di pandemia

La Polizia Postale segnala un aumento del 353% dei reati informatici e il 74% in più di reati contro i minori online

31/12/2020 di Enzo Boldi

Il 31 dicembre è sempre il giorno dei bilanci. In questo 2020, purtroppo, i numeri hanno avuto un ruolo fondamentale e condizionato la nostra quotidianità. La pandemia da Covid ha colpito tutti, direttamente e indirettamente e le nuove regole per tentare di sfuggire al contagio hanno provocato cambiamenti anche nell’utilizzo delle varie piattaforme informatiche. Limitazioni fisiche che, inevitabilmente, hanno portato a una netta diminuzione dei reati più comuni. Ma tutto ciò si è riflesso anche sul clamoroso aumento dei Cyberattacchi in Italia.

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A fare il punto della situazione nel nostro Paese è stata la direttrice della Polizia Postale Nunzia Ciardi, intervenuta a ‘1234’ il podcast sulla sicurezza informatica condotto da Alberto Giuffrè su SkyTg24. E si parla di numeri che indicano come la pandemia abbia indirizzato su altre strade i diversi reati: «I cyberattacchi in Italia nel 2020 sono aumentati del 353%». Una cifra che fa rabbrividire provando a immaginare se questo dato fosse riferito ai reati fisici più noti.

Cyberattacchi in Italia cresciuti del 353%

E questo non è il totale del 2020. Come ha spiegato Nunzia Ciardi, tutto ciò è quanto emerso solamente nei primi dieci mesi dell’anno che sta per concludersi. Nel conteggio totale, dunque, mancano novembre e dicembre. E, come sottolineato dalla direttrice della Polizia Postale, questo +353% riguarda i reati individuati, senza considerare quel sottobosco ancora non scovato.

I reati contro i minori

E non si parla solamente di cyberattacchi rivolti alle aziende o tentativi di truffa sul web: «Nei primi dieci mesi del 2020 – spiega Nunzia Ciardi -, si è registrato un incremento del 74%, in relazione ai casi che abbiamo trattato, di reati di aggressioni ai minori online. E c’è anche un +61% per quel che riguarda le persone indagate per questi reati». E si parla di cyberbullismo, ma anche di condivisione di materiale pedopornografico.

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