L’e-commerce in Italia va a gonfie vele: vale il 7% del PIL

I dati presentati dal Consorzio Netcomm sullo stato di salute dell'intera filiera nel nostro Paese

01/06/2024 di Redazione Giornalettismo

Sempre più italiani acquistano utilizzando le piattaforme di e-commerce. Il settore, trainato dal Made In Italy, continua a essere uno dei più prolifici all’interno dell’ecosistema socio-economico del nostro Paese. Gli ultimi dati rappresentano la fotografia di questa tendenza al rialzo: il valore del commercio digitale rappresenta il 7% del nostro Prodotto Interno Lordo (PIL). Parliamo di un volume superiore ai 133 miliardi di euro e di una crescita del 13,9% rispetto al 2021. E ci sono ampi riflessi anche sull’occupazione: gli impiegati nella filiera dell’e-commerce in Italia sono il 6,4% degli occupati totali e questa percentuale coincide con 1,6 milioni di posti di lavoro (il 13,2% in più rispetto alla rilevazione precedente).

E-commerce in Italia vale il 7% del PIL

Questi e altri numeri sullo stato di salute dell’e-commerce nel nostro Paese sono stati presentati questa mattina da @consorzionetcomm in occasione del del Convegno dal titolo “Elezioni Europee e Commercio Digitale – Scenari Futuri e Prospettive per la Competitività dell’Italia e dell’Europa”. Visto quanto accaduto negli ultimi anni, un focus è stato dedicato ai prossimi rappresentanti del Parlamento Europeo che dovranno portare avanti delle iniziative avviate nella precedente legislatura: «Le diverse normative che sono emerse (DSA, DMA e Omnibus) sono sicuramente le benvenute per creare un mercato unico delle regole e, quindi, favorire un mercato unico del commercio – ha detto ai microfoni di Giornalettismo il Presidente di Netcomm, Roberto Liscia -. Però, per l’Italia che è fatta prevalentemente di piccole imprese il tema vero è aiutare queste realtà ad adeguarsi, capire e adattarsi alla nuova normativa».

Le nuove regole hanno già – e avranno anche in futuro – un impatto sul settore dell’e-commerce. Comprese quelle relative alle piattaforme social. Basti pensare che, secondo Meta, chi investe un euro in pubblicità personalizzata su Instagram e Facebook ne ricava circa 3,05. D’altronde, la vetrina offerta dalle piattaforme è imponente, senza confini ed è in grado di raggiungere quelle nicchie che potrebbero rimanere “nascoste” anche nel mondo del digitale.

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