Il futuro dell’AI nell’e-commerce italiano
Dal Manifesto dal titolo "Digital Commerce: la nostra visione per il Futuro dell’Europa" realizzato da Netcomm e dall'Associazione europea Ecommerce Europe emergono alcuni scenari interessanti
29/05/2024 di Redazione Giornalettismo

L’intelligenza artificiale è già tra di noi, anche se spesso non ce ne accorgiamo. Molte aziende del settore e-commerce già utilizzano soluzioni e strumenti AI per alcune parti del processo di gestione della filiera. Questo paradigma, però, non è così stabile quando si parla di PMI (Piccole e Medie Imprese) che non hanno le stesse possibilità delle realtà più grandi. Considerando l’impatto e il peso di questa evoluzione tecnologica, la politica (italiane ed europea) dovrebbe mettere al primo posto un impianto normativo e regolamentatore in grado di superare questo divario che crea delle importanti barriere all’ingresso del mercato.
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Netcomm e l’Associazione europea Ecommerce Europe, hanno presentato questa mattina il loro Manifesto dal titolo emblematico: «Digital Commerce: la nostra Visione per il Futuro dell’Europa». Negli ultimi anni, infatti, Commissione, Consiglio e Parlamento Europeo hanno adottato regolamenti che hanno modificato lo status quo del mondo digitale, con riflessi importanti anche per quel che riguarda il settore dei marketplace. DSA, DMA, Omnibus sono le tre principali azioni che hanno e stanno cambiando il settore, con dei riflessi che arriveranno anche dall’imminente entrata in vigore dell’AI Act.
E-commerce e AI, qual è il futuro del settore
Un legame, quello tra e-commerce e AI che già esiste da tempo. Molti strumenti e soluzioni di intelligenza artificiale vengono già utilizzati all’interno del mondo del commercio digitale: dall’analisi dei dati, alla progettazione e design delle piattaforme di vendita, passando per la sicurezza, la rilevazione di potenziali truffe, la personalizzazione della user experience e tutte le dinamiche che si innescano dal momento dell’acquisto, comprese quelle legate alla logistica e alla consegna. Dunque, buona parte della filiera sta già attingendo a piene mani dal mondo dell’intelligenza artificiale. Ma questo non vale per tutti:
«Occorre evidenziare che molte imprese faticando ancora oggi a comprendere e governare tale evoluzione – si legge all0interno del suddetto Manifesto -. Riteniamo fondamentale, pertanto, concentrare l’attenzione alle microimprese e alle PMI, favorendo i processi di adozione delle nuove tecnologie, garantendo pari opportunità di accesso. Questo significa anche supportarle (e incentivarle) nell’acquisto degli strumenti hardware e software. Allo stesso tempo, a completamento di tale processo, occorre investire anche nella formazione e nello sviluppo di competenze che permettano alle imprese di utilizzare tali sistemi, con processi formativi ad ampio spettro che permettano di colmare il divario di competenze multilivello».
Uno sviluppo di questi sistemi più orizzontale e meno verticale, in modo tale da consentire a tutte le aziende (a prescindere dalle loro dimensioni) di accedere a questi strumenti senza venir schiacciati dalla concorrenza più strutturata.