Perché l’approccio di Musk alla moderazione su Twitter non promette bene

L'approccio alla moderazione che Musk ha impostato su Twitter - considerati anche i licenziamenti nel team dedicato - sta funzionando?

14/11/2022 di Ilaria Roncone

Buona parte del team di moderazione Twitter è stato lasciato a casa. E si vede. Twitter e la gestione di Musk sono sotto la lente di ingrandimento e un team di moderatori di contenuti e di personale esperto che sembra evidenziare una serie di falle nella moderazione Twitter Musk. L’approccio più morbido e indulgente promesso da Musk – comunque non ancora opportunamente definito – ha fatto sì che succedessero cose strane come la casa farmaceutica Eli Lilly (è stato creato un profilo appositamente) che offre insulina gratis o Mario che fa il dito medio per conto di Nintendo America. Il punto, per Musk, è riadattare la politica di moderazione bassandosi sulle sue convinzioni nell’ambito della libertà di parola, quelle dette e ribadite mentre stava cambiando l’assetto di Twitter, tra lanci di nuovi prodotti e licenziamenti (non da ultimo, quello del capo del team di moderazione).

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Come la pensa Elon Musk sulla gestione dell’odio su Twitter?

Le uscire pubbliche di Musk sul tema non sono certo mancate e – più di una volta – sono state contradditorie. Musk si definisce «massimalista della libertà di parola» che ha scelto di presentare l’offerta di acquisizione di Twitter per ridare la libertà di parola sulla piattaforma. Il neo proprietario di Twitter non ha esitato a paragonare quanto accade su Twitter alla predicazione a Times Square: «In questo momento ci sarà qualcuno che dirà qualcosa di folle”, ha detto. “Non lo sbattiamo in prigione per questo, ma non lo mettiamo nemmeno su un gigantesco cartellone pubblicitario».

Secondo Musk l’approccio alla moderazione di Twitter prima di lui era troppo severo, affermando che la maggior parte delle persone infrangerebbe le regole in maniera involontaria.

Moderazione Twitter Musk: il timore è che abbia sottovalutato la sfida

Vari esperti di settore hanno analizzato la direzione che Twitter sembra aver preso in ambito moderazione da quando Elon Musk ha preso in mano il timone e per Liam McLoughlin, docente dell’Università di Liverpool specializzato in social media e politica, il parallelo fatto da Musk non ha senso: «Le metafore pigre di persone che gridano a Times Square non trovano spazio nella discussione sulla moderazione dei contenuti» poiché si tratta di un ragionamento semplicistico e privo di contesto («Se il tizio a Times Square iniziasse a gridare insulti razzisti, verrebbe arrestato»).

Musk parla come se la moderazione fosse «bannare o non bannare» ma «Twitter ha già una serie di opzioni di applicazione della moderazione al di fuori della sospensione permanente, che vanno dall’educazione, ai flag, alle modalità temporanee di sola lettura». L’approccio contraddittorio di Trump è stato sottolineato da Rebekah Tromble, direttrice dell’Institute for Data, Democracy & Politics della George Washington University: «Ha detto una serie di cose che suggeriscono che sta creando un ambiente più aperto e libero. D’altra parte, quando parla direttamente agli inserzionisti, dice di prendere sul serio la necessità di combattere l’hate speech e altre forme di dinamiche malsane. Ma non ha ancora presentato un piano chiaro e dettagliato su come si possa ottenere una di queste cose, per non parlare di entrambe contemporaneamente».

«C’è un motivo per cui in tutte queste piattaforme ci sono enormi team che si occupano della moderazione dei contenuti – continua Tromble -. È una preoccupazione importante per una piattaforma come Twitter perché, da un punto di vista commerciale, gli inserzionisti non hanno interesse a far apparire i loro marchi accanto a contenuti che pullulano di odio, molestie e altre forme di tossicità. E più Twitter si trasforma in una fogna, meno gli utenti saranno interessati».

Come documenta Fastcompany, inoltre, l’odio sula piattaforma è aumentato secondo l’analisi del Center for Countering Digital Hate: nella settimana a partire dal 31 ottobre si è visto segnare +53% di insulti contro le persone trans e +40% di insulti contro le persone gay. Questi dati vanno considerati soprattutto alla luce di quanto affermato da Musk che ha detto – «contrariamente a quanto si legge sulla stampa» – che nell’ultima settimana l’approccio scelto per la moderazione sembrava funzionare col 95% in meno delle impression di contenuti che incitano all’odio.

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