Satira social: una pausa per chi ha creduto alla storia del prestito di 60 lire fatto da Draghi a Magalli

Tutto è partito da una pagina Facebook con un chiaro ed evidente intento ironico. Eppure qualcuno ha preso quella vicenda per vera

05/02/2021 di Enzo Boldi

Non si può neanche parlare di una bufala, ma di un’iperbole ironica – chiaramente ironica – a cui qualcuno ha creduto veramente. Parliamo della storia di «Mario Draghi prestò 60 lire a Magalli», comparsa sui social (Facebook in primis) nella giornata di giovedì 4 febbraio, all’indomani del post condiviso dal decano dei conduttori Rai e compagno di liceo dell’ex Presidente della BCE e possibile prossimo Presidente del Consiglio. Un post – condiviso centinaia di volte – che ha addirittura anticipato il trending topic del giorno su Twitter: #QuallavoltacheDraghi.

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Secondo le nostre ricerche, il post originale è stato pubblicato poco dopo la mezzanotte di mercoledì 3 febbraio da Davide Diddielle e ricondiviso all’interno del gruppo Facebook «Satiripus», che raccoglie i migliori post ironici e meme (con chiave satirica) e li seleziona per la pubblicazione sulla pagina madre.

Ovviamente, gli utenti iscritti al gruppo erano a conoscenza della natura satirica del post e lo si evince anche tra i commenti. Ma quel che viene raccontato in forma ironica è stato copiato&incollato da altri utenti Facebook, ritenendolo vero.

Draghi prestò 60 lire a Magalli, come qualcuno ha creduto a un post ironico sui social

Ma della storia di Draghi prestò 60 lire a Magalli non vi è traccia da nessuna parte. E se l’incipit del post diventato virale può trarre in inganno (sembra la classica storia strappalacrime), il resto è un’evidente iperbole ironica che trasforma il tutto, per usare una citazione di Maccio Capatonda, una lacrima strappa-storie. Insomma, i due erano compagni di classe, come confermato su Facebook dallo stesso conduttore Rai.

Ma il giovane Draghi non prestò 60 lire a Giancarlo Magalli che aveva dimenticato a casa i soldi per la merenda; non li chiese indietro con un TAEG del 23% e un tasso variabile del 13,5%; non obbligò il futuro conduttore Rai a lavorare per lui. E, soprattutto, Magalli non tentò ripetutamente il suicidio per asfissia all’interno del famoso vaso cinese, protagonista della trasmissione I Fatti Vostri.

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