Perché arrabbiarsi per quel «corpi con vagina» in copertina su The Lancet non ha senso

L'intento ingenuamente o volutamente mal interpretato di The Lancet con quel «corpi con vagina» in copertina era quello di essere inclusivo

28/09/2021 di Ilaria Roncone

Per la copertina Lancet di venerdì scorso ha creato un putiferio. Più di 7 mila commenti di persone indignate per la citazione che spicca sul foglio totalmente bianco: «Storicamente, l’anatomia e la fisiologia dei corpi con vagina è stata trascurata». Proprio attorno a quel «corpi con vagina» si è creato il caos. La citazione fa riferimento a una recensione all’interno del giornale (nell’articolo “Periods on display”) su una mostra al Vagina Museum di Londra, “Periods: A Brief History”. Il tema è il contrasto della vergogna per le mestruazioni e della povertà mestruale (ovvero il fenomeno delle donne che devono rinunciare agli assorbenti perché non possono permetterseli).

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La pioggia di critiche alla copertina della rivista medica The Lancet

Sono oltre 7 mila i commenti sotto quel tweet e la maggior parte sono denigratori o, comunque, alimentano una discussione che mette al centro quella dicitura. Molti chiedono se si parla mai di uomini come «corpi con pene», altri dicono che si tratta di un linguaggio assolutamente imperdonabile per riferirsi a donne e ragazze poiché si sta dicendo che per decenni nella storia della medicina sono state trascurate. L’autore dell’articolo della rivista scientifica utilizza il termine dello scandalo ma anche il termine donne.

L’intento è uno solo, essere inclusivi con le persone trans, ma in molti casi è stato ingenuamente mal interpretato – da persone che non capiscono la ragione dietro a questa espressione, dimenticando anche che in una rivista scientifica non è così strano parlare di corpi con questi termini – o volutamente mal interpretati (è il caso delle TERF, le femministe transfobiche che non accettato il fatto che persone con sesso biologico maschile assegnato alla nascita possano, in nessun caso, definirsi donne). Un esempio è il commento di Women for Scotland, gruppo di femministe scozzesi che si oppone alla riforma che permetterebbe alle persone di cambiare il sesso registrato nei documenti tramite un’autodichiarazione.

Le scuse di The Lancet

The Lancet si è scusato per quanto accaduto. Il caporedattore Richard Horton ha ringraziato per il confronto che è nato sotto il tweet e ha spiegato che l’intento della rivista era solo quello di essere massimamente inclusiva: «The Lancet si sforza per la massima inclusività di tutte le persone nella sua visione per far progredire la salute. In questo caso, abbiamo trasmesso l’impressione di aver disumanizzato ed emarginato le donne». Arrivano le scuse per tutte le donne che possono essersi sentite disumanizzate ma anche la spiegazione dell’intento.

«Voglio sottolineare che la salute transgender è una dimensione importante dell’assistenza sanitaria moderna, ma che rimane trascurata – afferma, aggiungendo – Le persone trans affrontano regolarmente lo stigma, la discriminazione, l’esclusione e la cattiva salute, spesso incontrando difficoltà nell’accesso a un’adeguata assistenza sanitaria. La recensione della mostra da cui è stata tratta la citazione di copertina di The Lancet è un appello a rafforzare le donne, insieme alle persone non binarie, trans e intersessuali che hanno sperimentato le mestruazioni, e ad affrontare i miti e i tabù che circondano le mestruazioni».

Il vero intento dietro quel «corpi con vagina»

No, The Lancet non voleva deumanizzare le donne ma solo essere inclusivo con tutte quelle persone che la vagina ce l’hanno dalla nascita ma che non si sentono – e quindi non possono essere definite – donne. Per capire meglio questo concetto possono aiutare le stime – come sottolinea l’australiano The Sunday Morning Herald -: solo il 10% delle donne trans si sottoporrebbero a intervento chirurgico per la riassegnazione del genere e solo il 2% delle persone FtM (Female to Male) ha scelto di modificare i propri genitali.

Il punto è che le «persone con vagina» sono anche, quindi, quegli uomini che scelgono di non sottoporsi a intervento di riassegnazione del genere ma che hanno una vagina e quindi sono interessati a tutte le problematiche relative alle mestruazioni, alla gravidanza, alla povertà mestruale. Il punto di The Lancet era, in sostanza, solamente questo.

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