Pezzi di storia: quando si pensava che il divario Nord-Sud si sarebbe colmato nel 2020

L'articolo datato 13 settembre 1972, presente nell'archivio de Il Corriere della Sera, si è rivelato fin troppo ottimistico

22/12/2020 di Enzo Boldi

Quello pubblicato da Il Corriere della Sera il 13 settembre del 1972 sembrava essere una previsione molto poco ottimista. Anzi, alquanto pessimista. Erano tempi diversi e allora come oggi uno dei temi principali, parlando di economia nostrana, era il divario Nord-Sud. Quella pagina, in questo nefasto anno, sta per concludere la propria previsione inesatta. Non per colpa di chi ha maturato quel pensiero sul gap colmato ‘solamente’ nel 2020, ma per via di cicli economici che sono andati del tutto fuori rotta e ben distanti da quelle che, oggi, possiamo definire rosee aspettative.

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In edicola, la mattina del 13 settembre del 1972, sul Corriere della Sera era stato pubblicato questo articolo che, nella sua attualità non più attuale, voleva essere una previsione economica sul superamento della distonia tra il Settentrione e il Meridione. Nessuna lotta campanilistica, ma veggenze che si basavano su opere da compiere in questo lungo lasso di tempo. Il tutto, ovviamente, è stato disatteso.

Divario Nord-Sud, la pagina del Corriere della Sera 48 anni dopo

La previsione, come si può leggere nel sommario, era stata fatta dal professore Pasquale Saraceno, storico economista e accademico. Un esperto del settore che già nel 1972 sottolineava come ci fosse una distonia tra lo sviluppo – industriale e quindi anche economico – tra le Regioni del Sud Italia e quelle del Nord. Parlava di disordine strutturale nella crescita. E quel che può sembrare una previsione sbagliata non è altro che un giusto punto di vista. Il professore era stato solamente fin troppo ottimista nel prevedere quel divario colmato nel giro di ‘soli’ 48 anni.

A che punto siamo

E oggi, al netto della pandemia in corso (con tutti i suoi riflessi sullo stato, già compromesso, dell’economia italiana), il divario Nord-Sud è ancora evidente. Fin troppo evidente. Lo si vede nella quotidianità, ma anche dal punto di vista infrastrutturale. E qui non si tratta dell’atavica e sterile lotta tra fratelli, ma di diseguaglianze che sono ancora più acuiti in periodi di profonda crisi. Perché quella legata al Coronavirus è solo l’ultima di una lunga serie di disastri economico-finanziari che hanno visto protagonista l’Italia. Chissà se dovremo attendere altri 48 anni per veder concretizzata quella previsione.

(foto di copertina: da archivio storico de Il Corriere della Sera, 13 settembre 1972)

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