La “bolla pro disturbi alimentari” che, su Instagram, coinvolge minori dai nove anni in su

Queste conclusioni sul tema disordini alimentari su Instagram sono state elencate in un rapporto di 21 pagine stilato dal gruppo per la difesa dei bambini Fairplay

15/04/2022 di Ilaria Roncone

La lotta di Instagram ai disordini alimentari – così come quella di tutte le piattaforme social diffuse tra i più giovani – è costante, così come il monitoraggio in merito di media e associazioni. Uno degli ultimi rapporti in merito, stilato dal gruppo di difesa dei bambini Fairplay, evidenzia come – secondo i risultati forniti in 21 pagine con il documento “Designing for Disorder: Instagram’s Pro-eating Disorder Bubble” – Instagram promuoverebbe e trarrebbe profitto da contenuti che favoriscono il disordine alimentare e che raggiungono bambini di nove anni (nonostante per utilizzare la piattaforma sia necessario confermare di averne almeno tredici).

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Disordini alimentari Instagram, cosa dice il rapporto che accusa la piattaforma

Come riporta CNet, dallo studio emergerebbe quella che viene definita una vera e propria “bolla pro-disturbo alimentare” che riguarderebbe circa 20 milioni di utenti. Il focus dei rapporti sta nel funzionamento degli algoritmi della piattaforma, quelli che determinano quali foto, post e video verranno consigliati agli utenti di Instagram. Proprio questo meccanismo porta alla creazione delle cosiddette bolle all’interno delle quali vengono promossi contenuti che ammiccano ai disturbi alimentari.

Nel rapporto si legge: «Questa bolla è innegabilmente dannosa. Gli algoritmi stanno profilando bambini e adolescenti per servire loro immagini, meme e video che incoraggiano diete restrittive e perdita di peso estrema». Arriva dunque l’ennesimo documento che spinge Instagram a prendere provvedimenti in tal senso, sottolineando l’urgenza di regolamentare il funzionamento.

La ricerca è stata condotta esaminando utenti che hanno seguito 153 profili pubblici con oltre mille seguaci che condividevano contenuti che normalizzano, celebrano e promuovono i disturbi alimentari e la perdita di peso estrema. Qualche esempio pratico di contenuti? Donne molto magre cui sporgevano le ossa, post su come mangiare 300 calorie al giorno. La ricerca è stata condotta tra dicembre 2021 e gennaio 2022 e – in questo periodo – si stima che circa 20 milioni di utenti siano stati raggiunti da questi contenuti.

Stimando l’entrata media di Facebook per utente, Fairplay ha calcolato che Meta genera 227,9 milioni di dollari di entrate all’anno dagli utenti parte della bolla pro disordini identificata (dato non condiviso da Meta).

La replica di Instagram

La società ha replicato, affermando di non poter entrare nel merito della questione perché gli autori del rapporto avrebbero rifiutato di condividerlo: «Rapporti come questo – ha affermato un portavoce di Meta – spesso fraintendono che rimuovere completamente i contenuti relativi ai viaggi delle persone con disturbi alimentari o che stanno provando a uscirne può esacerbare i momenti difficili e tagliare le persone fuori dalla comunità». L’azienda si è quindi detta alla ricerca del corretto equilibrio tra la rimozione di qualsiasi contenuto inerente i disturbi alimentari allo scopo di permettere alle persone di condividere la loro storia.

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