Finalmente Twitter consentirà di segnalare contenuti di disinformazione
18/08/2021 di Enzo Boldi
Sono primi e timidi passi, ma chi ben comincia è a metà dell’opera. Per anni si è parlando della disinformazione che corre su Twitter, senza che il social network facesse qualcosa per impedire – concretamente – la pubblicazione di contenuti falsi, decontestualizzati e privi di qualsiasi aderenza con la realtà. Adesso, però, qualcosa si sta muovendo con la sperimentazione del tasto “È fuorviante” destinata (in questa fase) solamente ad alcuni utenti in alcune zone del mondo. Poi, se il test dovesse dare esiti positivi, si procederà con l’aggiornamento globale dell’app e della versione browser.
LEGGI ANCHE > Twitter sta riconsiderando alcune modifiche fatte al suo layout
«Stiamo testando una funzione per consentirti di segnalare i Tweet che sembrano fuorvianti, così come li vedi – si legge in un tweet pubblicato sulla pagina Twitter Safety -. A partire da oggi (martedì 17 agosto, ndr), alcune persone negli Stati Uniti, in Corea del Sud e in Australia troveranno l’opzione per contrassegnare un Tweet come “È fuorviante” dopo aver fatto clic su Segnala Tweet“.
We’re assessing if this is an effective approach so we’re starting small. We may not take action on and cannot respond to each report in the experiment, but your input will help us identify trends so that we can improve the speed and scale of our broader misinformation work.
— Twitter Safety (@TwitterSafety) August 17, 2021
Per il momento, infatti, esiste solamente la possibilità di segnalare un contenuto seguendo queste categorie (con le rispettive sotto-voci):
Disinformazione su Twitter, ora si potranno segnalare contenuti “fuorvianti”
Primi passi, non definitivi. Lo stesso account Twitter Safety, infatti, spiega cosa accadrà di qui a breve: «Stiamo valutando se questo è un approccio efficace, quindi iniziamo in piccolo. Potremmo non agire e non possiamo rispondere a ogni rapporto nell’esperimento, ma il tuo contributo ci aiuterà a identificare le tendenze in modo da poter migliorare la velocità e la portata del nostro più ampio lavoro contro la disinformazione».