Un rapporto accusa Facebook di favorire la disinformazione sul cambiamento climatico

Facebook non contrasta la disinformazione sul cambiamento climatico che passa sulla sua piattaforma e, prima delle elezioni Usa 2020, ci ha guadagnato

05/08/2021 di Ilaria Roncone

Facebook millanta di occuparsi costantemente della disinformazione che gira tra le sue pagine su ogni argomento – dal vaccino anti Covid all’ambiente – ma, secondo alcuni ricercatori, le cose non stanno così. Dopo che martedì sera alcuni ricercatori della NYU che negli ultimi anno hanno provato a verificare il giro di disinformazione Facebook sono stati sospesi  dalla piattaforma, ora emerge – grazie a un rapporto del thinktank londinese InfluenceMap – come Facebook permetta all’industria dei combustibili fossili di fare disinformazione sul cambiamento climatico.

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La disinformazione Facebook sul cambiamento climatico

L’industria dei combustibili fossili e i suoi giganti utilizzano Facebook per promuovere petrolio e gas non come causa ma come parte della soluzione al cambiamento climatico. E la piattaforma, dal canto suo, non riesce a far rispettare le proprie regole e non ha fermato la campagna di disinformazione fatta dall’industria nel periodo delle elezioni presidenziali dello scorso anno.

InfluenceMap ha analizzato una serie di dati del periodo che dimostrano l’aumento della pubblicità sulla piattaforma da parte di compagnie di combustibili fossili il cui scopo era quello di orientare il dibattito relativo alle politiche sul riscaldamento globale. Nel modo di comunicare dell’industria dei combustibili fossili, in un primo momento, si è negato il cambiamento climatico e ora i social media vengono utilizzati per propinare petrolio e gas come soluzione al problema.

Alla fine dei conti, secondo il rapporto, Facebook diventa un amplificatore di queste false affermazioni sul riscaldamento globale non fermando, di fatti, questi claim disinformativi. «Nonostante il sostegno pubblico di Facebook all’azione per il clima, la società continua a permettere che la sua piattaforma sia usata per diffondere la propaganda sui combustibili fossili», si legge nel rapporto.

Spesi 9,5 milioni di dollari per 25 mila annunci su Facebook

Facebook ha ricevuto ben 9,5 milioni di dollari da parte di venticinque aziende di combustibili fossili per pubblicare una serie di annunci che sono stati visti più di 431 milioni di volte. La comunicazione, inoltre, viene fatta in maniera subdola: si tratta di messaggi che legano «l’uso del petrolio e del gas al mantenimento di un’alta qualità della vita, la promozione del gas fossile come verde e la pubblicizzazione delle azioni volontarie intraprese dall’industria sul cambiamento climatico», si legge nel rapporto, o ancora di annunci che incolpano per le emissioni i cittadini e le loro scelte di vita e non l’industria.

L’aumento di spese per gli annunci Facebook di questo tipo è stato registrato a luglio 2020, subito dopo l’annuncio dell’allora candidato alla presidenza Biden in merito a un piano da due trilioni di dollari per promuovere l’utilizzo di energia pulita. L’investimento in annunci è rimasto alto per almeno i quattro mesi successivi, fino a dopo le elezioni. Questi dati evidenziano come «l’industria del petrolio e del gas usa la pubblicità su Facebook in modo strategico e per scopi politicamente motivati».

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