Le scuole italiane hanno un enorme problema di connettività

Lo rivela un audit della Corte dei Conti UE in cui si evidenziano le attuali lacune che ostacolano la digitalizzazione

17/05/2023 di Enzo Boldi

C’è un aspetto fondamentale nel processo di digitalizzazione della Scuola che ha origine molto più lontane rispetto al (recente) Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Parliamo della connettività, caratteristica ineludibile affinché gli strumenti digitali possano operare correttamente e velocemente all’interno degli istituti. Secondo le indicazioni dell’Unione Europea, tutti gli Stati membri dovevano «disporre di una connessione a banda larga ad alta velocità entro il 2025». La situazione in Italia, però, non è in linea con quell’obiettivo e questa condizione non fa altro che rallentare questo processo. Ma il nostro Paese non è l’unico a essere in ritardo

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I fondi stanziati dall’Italia anche per la connettività nelle scuole fanno parte di un pacchetto – che prevede già la ripartizione – di finanziamenti approvati attraverso i commi 1 e 2 dell’articolo 21 del dl numero 137 del 28 ottobre 2020. Il testo recita espressamente:

«L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, comma 62, della legge 13 luglio 2015, n. 107, è incrementata di euro 85 milioni per l’anno 2020.

Le risorse di cui al comma 1 sono destinate all’acquisto di dispositivi e strumenti digitali individuali per la fruizione delle attività di didattica digitale integrata, da concedere in comodato d’uso alle studentesse e agli studenti meno abbienti, anche nel rispetto dei criteri di accessibilità per le persone con disabilità, nonché per l’utilizzo delle piattaforme digitali per l’apprendimento a distanza e per la necessaria connettività di rete».

Dunque, parliamo di 85 milioni di euro stanziati e ripartiti territorialmente dal successivo decreto ministeriale del Miur – il numero 155 del 2 novembre 2020 – che conferma quanto indicato nel suddetto dl:

«Le risorse stanziate dall’articolo 21, comma 1, del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, attualmente in corso di conversione, pari complessivamente a euro 85 milioni per l’anno 2020, ad incremento del fondo di cui all’articolo 1, comma 62, della legge 13 luglio 2015, n. 107, sono destinate all’acquisto di dispositivi e strumenti digitali individuali per la fruizione delle attività di didattica digitale integrata, da concedere in comodato d’uso alle studentesse e agli studenti meno abbienti, anche nel rispetto dei criteri di accessibilità per le persone con disabilità, nonché per l’utilizzo delle piattaforme digitali per l’apprendimento a distanza e per la necessaria connettività di rete». 

Dunque, la connettività nelle scuole italiane doveva ricevere un impulso verso l’alto da parte di questi fondi. Il tutto è confermato anche all’interno del piano Scuola 4.0. Qualcosa, però, sta andando storto.

I problemi di connettività

Secondo un recente audit condotto della Corte dei Conti dell’Unione Europea dal titolo «Sostegno dell’UE alla digitalizzazione delle scuole», la connettività è uno dei più grandi ostacoli alla digitalizzazione Scuola. In Italia, ma anche negli altri Paesi. L’analisi – che prende in esame anche Germania, Croazia, Grecia, Austria e Polonia – ha messo in evidenza un problema di base: solamente il 10% degli istituti scolastici è in linea con l’obiettivo di raggiungere una velocità di connessione pari a 1 Gigabit al secondo (come definito nel 2016 dalla Commissione Europea).

Come si può leggere dal grafico pubblicato dalla Corte dei Conti europea, la situazione non è ottimale per nessuno dei cinque Paesi oggetto dell’audit. Ovviamente, però, dobbiamo concentrarci sull’Italia e sulla digitalizzazione Scuola. Solamente il 10% degli istituti scolastici ha una connettività pari o superiore a 1 Gigabit al secondo. Dunque, solo una scuola su dieci è in linea con quell’obiettivo indicato dall’Europa entro il 2025 e rimodulato per l’Italia al 2026. Dunque, come confermato dal grafico, sono molte più le scuole che hanno una connessione a Internet lenta (il 15%) rispetto a quelle che ne hanno una ultra-veloce.

Digitalizzazione Scuola, l’Italia è ancora in ritardo

Questo è solamente uno degli aspetti fondamentali nel percorso di digitalizzazione della scuola italiana. Ma è, probabilmente, uno dei principali. Perché, come un effetto domino, senza una connessione veloce e accessibile (anche in termini di multi-connessione Wi-Fi) le strumentazione digitali per poter procedere con l’insegnamento sono del tutto inaccessibili e inutilizzabili, come spiegato dalla stessa Corte dei Conti UE:

«Connettere le scuole alla banda larga ad alta velocità faciliterebbe l’introduzione di modalità innovative di insegnamento ed apprendimento, consentirebbe ai docenti e agli studenti di beneficiare i materiali di apprendimento aggiornati e accrescerebbe quindi le competenze digitali». 

Dunque, questo è uno degli ostacoli più grandi da superare. Senza una connettività adeguata agli standard, investimenti su piattaforme e strumenti tecnologici sarebbe del tutto vana.

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