Dieta vegana e tumore: l’Ospedale San Raffaele risponde a Le Iene
06/03/2014 di Maghdi Abo Abia
L’Ospedale San Raffaele smentisce il programma televisivo di Italia 1, Le Iene, relativamente alla storia di Antonio, un malato di cancro che ha combattuto la malattia cambiando registro alimentare e diventando vegano con il contributo fondamentale della radioterapia, storia raccontata in un servizio a firma di Paolo Trincia.
LA PRECISAZIONE DEL SAN RAFFAELE – L’Ospedale San Raffaele in un apposito comunicato ha spiegato che non esiste alcuno studio che dimostri la validità della teoria alimentare per la cura dei tumori:
L’IRCCS Ospedale San Raffaele, in riferimento al servizio “Alimentazione e malattie. La storia del tumore guarito di Antonio”, in onda durante la trasmissione Le Iene (Italia 1, mercoledì 5 marzo), dichiara che nessuno studio in tal senso è in corso presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele e osserva che ad oggi non esiste alcuna dimostrazione del valore della dieta come terapia oncologica. Alcune attenzioni dietetiche possono avere ruolo e spazio nell’inquadramento generale di una terapia oncologica come di terapie per altre malattie, ma nella pratica clinica nessuna dieta può sostituirsi alla chirurgia, alla radioterapia e ai farmaci nel curare i tumori.
LE VALUTAZIONI PERSONALI DELLA DOTTORESSA DE PETRIS – E che per quanto riguarda le posizioni della dottoressa Michela De Petris, queste sono squisitamente personali. Oltretutto, la De Petris non avrebbe seguito il caso in questione.
L’IRCCS Ospedale San Raffaele precisa inoltre che la dr.ssa Michela De Petris è consulente dell’Ospedale dove svolge attività ambulatoriale in ambito nutrizionistico. La dottoressa, nell’intervista, ha tuttavia espresso opinioni personali. L’Ospedale puntualizza che il caso clinico oggetto del servizio si riferisce ad una persona che non è stata seguita dalla dr.ssa De Petris presso il San Raffaele, ma in altre strutture sanitarie.
IL TUMORE DI ANTONIO – A questo punto ripercorriamo la storia per capire cos’è andato in onda la sera del cinque marzo. Nel 2003 ad Antonio, questo il nome del paziente, venne diagnosticato un tumore al polmone. Da allora in otto anni si trovò con due tumori ai polmoni, uno per organo, due operazioni, un ciclo di chemioterapia ed un tumore al cervello. Grazie alla radioterapia è riuscito a diminuire la lesione cerebrale senza sconfiggerla del tutto visto che ne è rimasta una lunga 18 millimetri. Il figlio è riuscito a convincere il padre a diventare vegano dopo una serie di ricerche in rete, con l’uomo che ormai si era arreso alla malattia. A seguirlo la sopracitata dottoressa Michela De Petris, che ha preparato per lui un regime alimentare a base vegetale.
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L’INCREDULITÀ DE LE IENE – La De Petris ha spiegato alle Iene che «il cambiamento consisteva nello spostare l’alimentazione verso i cibi vegetali. Spostarsi verso una dieta vegetale aumenta le possibilità di guarigione. Siamo partiti da succhi di verdure». E restando sui cibi vegetali, Antonio è passato a quelli cotti:«Mi sono trovato bene, ho perso 18 chili in due mesi e ho fatto la Tac». La massa tumorale era scomparsa. E dopo due anni e mezzo l’uomo non ha avuto nessuna recidiva. Con la famiglia che ha deciso di diventare vegana dopo questa storia. L’inviato delle Iene non si è sbilanciato tanto da aver detto: «Non è che non ti credo, ma mi sembra incredibile», ma insieme ad Antonio si è recato all’Ospedale per una nuova tac che non ha fatto emergere segni di metastasi.
IL CAMBIO DI ALIMENTAZIONE SERVE? – Il medico che ha commentato la Tac ha però chiarito l’importanza della radioterapia: «Se non avesse fatto nulla, avrebbe ancora la lesione. Non abbiamo dei numeri per poter confermare che solo la dieta ha permesso di curarlo: in medicina ci vuole la statistica». A fine servizio la nutrizionista De Petris ha spiegato che a suo dire il cambio di alimentazione può aiutare nella guarigione di molte malattie come le patologie infiammatorie intestinali, a volte anche quelle tumorali: «Bisogna però valutare lo stato della malattia e se non ci siano altre patologie concomitanti. Il cibo resta però la prima medicina che ci possa essere». Ma l’Ospedale San Raffaele ha confermato il ruolo della radioterapia escludendo che esistano studi in tal senso nella loro struttura e che non esistono prove della validità di tale teoria.