Il tweet di Gasparri, il meme di Diego Bianchi e la spiegazione in tv: «Su Soumahoro siamo incazz*ti più di tutti»

La vicenda del parlamentare eletto tra le fila dell'alleanza Verdi-Sinistra ha un importante risvolto massmediologico

26/11/2022 di Gianmichele Laino

Chi, come noi, non si occupa abitualmente di politica mainstream ha avuto poche occasioni di parlare della vicenda della settimana: le indagini sulla suocera di Aboubakar Soumahoro per la gestione di cooperative di migranti in provincia di Latiana. Il deputato eletto tra le fila dell’Alleanza Verdi-Sinistra è naturalmente finito nell’occhio del ciclone, pur non essendo indagato, è stato chiamato a difendersi, ha fatto un video sui social in cui si è mostrato in lacrime, è stato intervistato a Piazzapulita, programma nel quale ha – tra le altre cose – parlato del diritto alla moda della moglie (quando gli è stato chiesto degli abiti firmati con cui compariva nelle foto) e del fatto di essersi sostenuto economicamente, negli ultimi anni, per aver scritto un libro. Questa la parte politica. Da questo punto in poi, inizia, però, anche una parte massmediologica. In tanti – soprattutto sui social network – hanno puntato il dito, per la vicenda che riguarda la famiglia di Aboubakar Soumahoro, contro Diego Bianchi e contro Propaganda Live, sostenendo che la trasmissione abbia avuto un ruolo nella creazione del “personaggio politico Soumahoro”. Questo ha comportato l’inevitabile reazione di Diego Bianchi nell’ultima puntata di Propaganda Live, andata in onda il 25 novembre.

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Diego Bianchi e Soumahoro, cosa è stato detto a Propaganda Live

Nei giorni scorsi, sui social network, ha iniziato a girare un meme molto sgradevole su Diego Bianchi e su alcuni ospiti delle sue trasmissioni:

meme Diego Bianchi

Il riferimento è a fatti più o meno recenti che hanno visto protagonisti Roberto Angelini, Memo Remigi, Aboubakar Soumahoro e – per insuccessi politici – Enrico Letta. Da qui si è scatenato – è davvero incredibile poterlo anche solo pensare – un dibattito politico, legittimato da alcuni rappresentanti delle istituzioni. Ad esempio, Maurizio Gasparri – senatore di Forza Italia – ha twittato chiedendo a Diego Bianchi di “scusarsi” per aver “creato” il personaggio Soumahoro.

Dal dibattito sui social network – che possiamo anche ritenere sterile -, questo aspetto della vicenda Soumahoro è stato investito anche dalla luce mediatica della televisione. Nel corso di Propaganda Live di ieri, infatti, Diego Bianchi ha ritenuto opportuno spendere un blocco della trasmissione per chiarire il suo pensiero sulla vicenda di Soumahoro. Il conduttore ha ricordato come la sinistra tutta abbia scaricato il deputato (mentre, invece, la destra è capace di compattarsi anche sulle vicende più incredibili come quella di Ruby nipote di Mubarak), ha spiegato che lui non scaricherà Soumahoro, ma che le sue parole di difesa non lo hanno per niente convinto.

«Ci ha convinto? – ha detto Diego Bianchi in trasmissione – No! Lui, le borse, i libri… non ci ha convinto. Deve chiarire tante cose! Perché noi siamo incazzati più di tutti su questa storia! Siamo incazzati, delusi, amareggiati, non imbarazzati!». Il conduttore di Propaganda Live ha detto che Soumahoro, tra le altre cose, non era un ospite fisso della trasmissione, che era andato in studio 2 o 3 volte e che la sua storia era stata “scoperta” nel 2018 nella piazza di Gioia Tauro, nel corso delle giornate di sciopero per la morte di Soumayla Sacko, il migrante ucciso perché sorpreso a rubare delle lamiere con cui trovare riparo. Una vicenda giornalisticamente interessante, che andava raccontata e che – come ha sottolineato lo stesso Diego Bianchi – non doveva essere utilizzata come garanzia per una candidatura politica: il lavoro dei rappresentanti del popolo, infatti, sarebbe dovuto essere molto più meticoloso, prima di esplicitarsi in un’offerta di collegio sicuro.

Dopo la spiegazione di Diego Bianchi, la trasposizione massmediatica di una vicenda politica è continuata su Twitter, con la controreplica di Gasparri (vi proponiamo uno solo dei 5 tweet + 1 retweet che il senatore ha dedicato alla vicenda nella sola serata di ieri):

In conclusione: la politica si fonde con i social network, con le trasmissioni televisive e con quelle trasmissioni nello specifico che di social parlano di più. Si può attribuire a un programma la responsabilità politica di una candidatura oppure bisogna affrontare la questione in maniera più ragionevole, chiedendo alla politica di farsi condizionare di meno dalla visibilità mediatica e dalla tendenza a rendere ogni persona “un influencer”?

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