Nel dibattito sul blackface in Rai, sembrerà banale, bisogna ascoltare la voce dei neri
Abbiamo chiesto l'opinione sul blackface in Rai a una ong che per i diritti delle persone nere e delle minoranze combatte tutti i giorni
16/09/2021 di Ilaria Roncone
Sui social il dibattito è acceso e in molti stanno prendendo parte per dire la loro dopo l’annuncio di Carlo Conti sul blackface a Tale & Quale Show. La situazione, come sempre, è polarizzata: c’è chi ritiene il blackface Rai un’offesa perché associato a momenti storici e stereotipi riconducibili al razzismo – come Tommaso Zorzi – e chi, invece, afferma che si sta facendo troppo casino per una cosa che razzista non lo è.
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Anche Tommaso Zorzi di è schierato contro il blackface Rai
Il blackface è un trucco storicamente associato al razzismo e agli stereotipi razzisti. Ma nulla vieta a un “non-nero” di interpretare un “nero”, semplicemente può farlo rimanendo bianco. Prendere un concorrente apposta per imitare i cantanti afroamericani è quasi peggio. https://t.co/yY5QeI1xvc
— Tommaso Zorzi (@tommaso_zorzi) September 16, 2021
Nel dibattito social si è fatto avanti anche Tommaso Zorzi, andando contro alla Rai. «Il blackface è un trucco storicamente associato al razzismo e agli stereotipi razzisti – scrive il giovane – ma nulla vieta a un “non-nero” di interpretare un “nero”, semplicemente può farlo rimanendo bianco. Prendere un concorrente apposta per imitare i cantanti afroamericani è quasi peggio».
La critica è dura e si unisce a quella di tante altre persone su Twitter che discutono con chi, invece, nel blackface non trova nulla di male. La maggior parte sono persone bianche che dicono la loro su un tema che, ovviamente, non sfiora neanche minimamente la loro vita. E c’è anche chi parla di whiteface, ricordando senza indugi chi allude all’eterofobia.
La parola va data a chi la discriminazione la sente e la subisce
La voce che va ascoltata è quella di chi capisce di che cosa si parla, come la ong No Justice No peace, che lavora per la minoranza nera (e che abbiamo già sentito nell’ambito dell’azione di mailbombing dello scorso aprile per #CambiareRAI). «Credo che sia abbastanza imbarazzante il tutto – ci ha detto un portavoce dell’associazione alla richiesta di un nostro commento – soprattutto perché si parla addirittura di White Face e altre cose che hanno poco senso».
Alla linea del “non si può più dire niente” è bene ricordare una cosa. Ciò che è razzista – come ciò che è omofobo, misogino, abilista e così via – sono le persone che subiscono la discriminazione che devono subirlo. Ed è vero ce possono esserci persone nere che non ritengono il blackface offensivo, però ci sono quelle che vedono la loro sensibilità urtata e non sono certo i bianchi – o tutte quelle categorie che non hanno mai sperimentato sulla propria pelle un determinato tipo di discriminazione – a poter dire quale sia il punto di vista più giusto.
Una sola è la cosa che dovrebbe contare a fine giornata: il rispetto della sensibilità e della percezione di persone che fanno parte di una minoranza della quale non si sa nulla. Perché il problema non è far parte della maggioranza, che non è in nessun caso una colpa, ma è non riconoscere il proprio privilegio e non prestare ascolto.