La IgStory di Diana Del Bufalo che minimizza il «catcalling»

Nei mesi passati si è discusso del catcalling poiché non ritenuto una molestia né dall'opinione comune né dalla legge, oggi Diana Del Bufalo pubblica una IgStory in cui dichiara di gradire quel tipo di richiamo verbale

16/07/2021 di Giorgia Giangrande

Nei mesi passati si è tanto parlato del fenomeno del catcalling, quell’espressione per definire l’insieme degli atteggiamenti molesti – nella maggior parte dei casi verbali – e complimenti di cattivo gusto rivolti per strada principalmente a donne giovani. Il fenomeno è in crescita e condiziona molte ragazze che non si sentono più libere di camminare per strada e indossare ciò che vogliono, ma soprattutto – e questo è un sottile confine da non trascurare – si tratta di commenti non richiesti (non «complimenti» come erroneamente scritto in precedenza, ndr). Oggi il fenomeno torna a far parlare di sé, purtroppo però in un modo che minimizza il suo pericolo. Ne parla Diana Del Bufalo e dice del catcalling: «sarà che sono una delle pochissime donne a cui piace».

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Subito in tendenza su Twitter

Per la sua Instagram Story sul catcalling, Diana Del Bufalo è finita subito in tendenza su Twitter, dove migliaia di persone si sono scatenate in una vera e propria shitstorm nei confronti dell’attrice romana. La maggior parte dei tweet concordano nel ritenere la sua uscita fuori luogo, poiché un fenomeno grave come quello del catcalling non può essere minimizzato in una IGstory di 15 secondi, le cui conseguenze durano ben di più e si dispiegano nei più disparati ambiti del web, con ritorsioni nella vita reale di chi segue questi personaggi. L’attrice, dopo aver ricevuto dei complimenti da due uomini, ha orientato le sue parole verso un mancato tempismo – per via del suo essere struccata – e non verso una denuncia di quanto accaduto.

Cosa ha detto Diana Del Bufalo

Nella Instagram Story pubblicata qualche ora fa, Diana Del Bufalo si trova in macchina e così racconta quanto le è appena successo: «Guidavo, ero dentro la macchina e due uomini a distanza di cinque minuti – prima uno poi l’altro – “ao a bella, bona“». E fin qui sembra una giustissima storia registrata da chi – con un’audience di 1,6 milioni di followers – non può proprio permettersi di dire qualcosa di socialmente pericoloso. Poi però ogni speranza di un buon proposito svanisce nel suo prosieguo «Ma in questo stato? Sarà che io sono una delle pochissime donne a cui piace il catcalling, ma siete falsi però. Siete falsi».

Le parole non lasciano troppo spazio all’immaginazione e nemmeno possono essere suscettibili di più interpretazioni. Diana Del Bufalo ha espressamente detto di gradire il catcalling e focalizza l’attenzione sull’aver ricevuto dei complimenti in un momento in cui era struccata, non nel suo miglior stato.

Ciò che Diana Del Bufalo ha provocato è molto di più del mero finire in tendenza su Twitter, poiché – come, purtroppo, troppo spesso accade nei social media tra chi ha un’audience enorme – non si è resa conto dei possibili effetti collaterali a uscite di questo calibro. Infatti, all’indignazione dei molti si aggiunge anche una fetta di persone che invece concordano con il suo minimizzare il fenomeno a nulla di più di un banale e innocuo «ao, a bella». E questo è grave, molto grave.

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