Di Battista ammette: «Mio padre aveva un lavoratore in nero, ma adesso Le Iene devono andare da Berlusconi»
27/01/2019 di Gianmichele Laino
C’è l’ammissione, c’è il tentativo della difesa e c’è l’attacco. Nel video in cui Alessandro Di Battista riconosce che nell’azienda di famiglia, la Di.Bi.Tec del papà Vittorio, c’è un lavoratore in nero, si ripete un cliché che, nelle varie vicende che riguardano familiari di esponenti del Movimento 5 Stelle (dal papà di Di Maio, fino alla madre di Paola Taverna), abbiamo imparato a conoscere. Questa volta, però, Di Battista anticipa tutti e pubblica su Facebook un video prima del servizio de Le Iene sul tema, che andrà in onda nella serata del 27 gennaio.
Di Battista e l’ammissione sul lavoratore in nero
La trasmissione Mediaset, infatti, è riuscita a intercettare il padre di Di Battista che, davanti ai microfoni di Filippo Roma, ha ammesso di aver avuto un lavoratore in nero, ha affermato che questo tipo di circostanza è frequente in Italia, che ha «usufruito di certe situazioni» e che «si dovrebbe cercare di contrastare il lavoro in nero ma colpendo, come dire, la situazione che impedisce a tanta gente per esempio di assumere regolarmente perché costa un sacco di soldi o a tanti disgraziati che vanno a cercare lavoro di adattarsi pure a situazioni del genere».
Di Battista jr. conferma tutto e dice di essersi molto arrabbiato con il padre. «Questa mattina – racconta Di Battista nel video – mi ha chiamato mio papà e mi ha detto che era stato avvicinato da Filippo Roma de Le Iene, che gli ha fatto delle domande in merito a una piccola impresa familiare che abbiamo. A un certo punto gli ha chiesto: ‘Ma lei ha o ha avuto un lavoratore in nero?’. Mio padre gli ha detto: ‘Sì’».
Di Battista: «Ora Le Iene vadano anche da Berlusconi»
La notizia dei problemi all’interno dell’azienda di famiglia di Di Battista erano già stati evidenziati in anteprima da Il Giornale che, qualche settimana fa, aveva fatto partire un approfondimento sulla situazione della Di.Bi.Tec. Alessandro Di Battista ha detto che potrebbero esserci gli estremi per azioni legali circa gli articoli di giornale che hanno trattato l’argomento.
«Quando eravamo in macchina – ha raccontato Di Battista – ho detto: ‘Papà, è tutto a posto?‘. Io adesso mi rimetto un po’ in pista, anche se non da candidato. Lui mi ha detto: ‘No’. Io mi sono incazzato, in primis, perché è una cosa profondamente sbagliata. Mi sono proprio arrabbiato a morte, perché a noi fanno le pulci su tutto. Ormai sapete come vive un esponente dei Cinquestelle, si vive in questo modo. Poi mi sono arrabbiato, perché non mi ha chiesto una mano».
Infine, arriva la parte dell’attacco. Quella, cioè, che cerca di spostare l’attenzione dal problema messo in evidenza. «Rispetto il lavoro de Le Iene – ha detto Di Battista – sono andati da mio padre, da quello di Di Maio, da quello di Renzi. Ora però è giusto che vadano anche da Berlusconi e fare una bella inchiesta sui finanziamenti che ha effettuato verso Cosa Nostra, per vedere se ha fatto dei bonifici e se era tutto in regola».
Di Battista, inoltre, nel video ha spiegato di non essersi mai interessato direttamente all’azienda di famiglia, nonostante sia all’interno del consiglio d’amministrazione. Ha anche anticipato che, nel corso delle scorse ore, è stato raggiunto dallo stesso Filippo Roma che gli ha fatto delle domande sul tema. Possibile che siano inserite all’interno del servizio che andrà in onda questa sera.