Il post Facebook di Alessandro Di Battista è la prima vittoria di Renzi

La riapertura del Movimento 5 Stelle a Renzi ha provocato l'ennesima frattura nel partito. E Dibba non è il solo

29/01/2021 di Enzo Boldi

Nessun veto, nessun voto. La dichiarazione post-Consultazioni di Vito Crimi ha spaccato (ancora una volta) il Movimento 5 Stelle. I pentastellati, infatti, hanno aperto (di nuovo) a un esecutivo (con Conte, ma non è detto) con le stesse forze di maggioranza che hanno sostenuto il Conte-2: loro, il Partito Democratico, LeU e Italia Viva. Insomma, una conferma dello status pre-crisi. Come se nulla fosse successo. E questo ha provocato la reazione, in primis, di Alessandro Di Battista su Facebook. Ma lui (non eletto, quindi parla solo a titolo di pentastellato di vecchia data) non è il solo ad aver consegnato ai social il proprio sfogo.

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«Tornare a sedersi con Renzi significa commettere un grande errore politico e direi storico. Significa rimettersi nelle mani di un ‘accoltellatore’ professionista che, sentendosi addirittura più potente di prima, aumenterà il numero di coltellate. Ed ogni coltellata sarà un veto, un ostacolo al programma del Movimento e un tentativo di indirizzare i fondi del recovery verso le lobbies che da sempre rappresenta».

Di Battista e lo sfogo contro il M5S dopo le Consultazioni

Poi conclude con un laconico: «L’ho sempre pensato e lo penso anche adesso. Se il Movimento dovesse tornare alla linea precedente io ci sono. Altrimenti arrivederci e grazie». Insomma, Matteo Renzi (non muovendo una foglia, perché la decisione di non mettere alcun veto su Italia Viva) è riuscito a erodere ancor di più il Movimento 5 Stelle. Perché Di Battista non è l’unico.

Dibba e i suoi fratelli

Perché anche Nicola Morra, senatore pentastellato e Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, si è – di fatto – dissociato dalla mossa di Vito Crimi e dei vertici del partito. E il paragone che rigetta è quello con i dorotei, un grande classico della Democrazia Cristiana. Poi c’è Pino Cabras, deputato del M5S che oggi aveva presentato un’interrogazione parlamentare sui compensi di Matteo Renzi per i suoi convegni in Arabia Saudita (attirandosi le critiche dei vertici del suo partito).

Insomma, se la prima parte della mossa del Cavallo di Renzi era quella di logorare ed erodere il Movimento 5 Stelle: allora ci è riuscito.

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