Parla Sarah, l’ex di Genovese: «Ci drogavamo e facevamo orge»

La deposizione davanti ai magistrati

09/01/2021 di Gabriele Parpiglia

Sarah Borruso: «Non faccio uso di droga da più di un mese e mezzo. Devo dire che già prima dei fatti che hanno coinvolto Genovese avevo deciso di smettere e questo è stato motivo di litigio con lui. Ho iniziato un percorso psicologico con un terapeuta». Rompe il silenzio Sarah Borruso, indagata nell’affaire legata all’indagine dell’imprenditore Alberto Genovese, in carcere per stupro, sequestro di persona, violenza aggravata e disturbo della pubblica quiete.

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Deposizione Sarah Borruso, cosa ha detto

E lo fa con le forze dell’ordine durante il suo interrogatorio. Questi sono alcuni passaggi dell’interrogatorio di Sarah: più che una compagna, come abbiamo sempre sostenuto, una partner in crime di Genovese. Sarah e le orge. Sarah e la droga. Sarah e la condivisione del male. Sarah e soprattutto i fatti di Ibiza che noi per primi abbiamo paventato. Sarah parla e racconta “quasi” tutto. Quasi perché la sua deposizione è stata ritenuta debole e il suo nome è finito diritto diritto nel registro degli indagati.

Ma Sarah qualcosa ha detto. A partire da quella sera con Alberto e con M. (altra vittima pare violentata a Ibiza, ndr). «M. sì, l’ho conosciuta poco prima dell’estate 2020 in primavera ad una festa a casa di Alberto insieme alla sua amica. Ricordo che in quell’occasione abbiamo chiacchierato e non c’è stato alcun contatto fisico. Poi sono venute con noi in vacanza ad Ibiza, dove Alberto aveva invitato un gruppo di persone perché erano di bella presenza, simpatiche e poi facevano uso di droghe. Motivo per cui gli invitati venivano anche scelti, perché così Alberto si sentiva maggiormente a suo agio. Siamo partiti il primo luglio e dal nostro arrivo sull’isola non abbiamo dormito per quattro giorni consecutivi, consumando droghe e festeggiando».

«Una sera c’era una festa in corso. C’erano invitate 30, 50 persone credo, esterni, arrivati dopo la mezzanotte. Tutto era pagato da Alberto. Alberto la metteva a disposizione, la droga, solo per gli ospiti della villa. Io consumavo la droga in camera di Alberto perché non mi fidavo di quella che portavano gli invitati. C’erano cocaina e 2CB. Poi M. è venuta a chiedermi di fare una striscia di 2CB ed anche io ne avevo voglia. Per cui siamo andate noi due in camera a farlo. Una volta in stanza è arrivato Alberto. Abbiamo consumato droga, abbiamo ballato e parlato e M. faceva dei complimenti sul mio fisico. Con M. ed Alberto abbiamo ballato e ci siamo sicuramente abbracciati. Siamo finiti sul letto dove ci siamo strusciati e toccati reciprocamente e poi ci sono stati dei rapporti orali, sia da parte mia che di M. verso Alberto. Tutto è stato consenziente da parte mia. Nel frattempo, abbiamo continuato ad assumere droghe ed eravamo tutti vigili. C’è stato un primo rapporto vaginale tra M. e Alberto. Lei gli ha detto che aveva le mestruazioni ma ad Alberto non dava fastidio. M. era sdraiata supina ed Alberto era in ginocchio davanti a lei mentre io ero di fianco. Io ricordo tutto. Ricordo che M. era attiva e partecipava. Dopo Alberto è andato a lavarsi e quando è tornato ha avuto un rapporto vaginale con me mentre M. stava sdraiata di fianco e assumeva altra sostanza. Ad un certo punto lei ha iniziato ad agitarsi, a sbracciare dicendo che stava male e noi ci siamo interrotti subito. Io ho cercato di rassicurarla abbracciandola, l’ho accompagnata verso il bagno ma prima di raggiungerlo ha vomitato. Poi l’ho anche accompagnata al WC e stava male era pallida in viso, sudava».

Il racconto lo stoppiamo qui. Di Genovese continueremo a occuparcene. La sua storia ha dato voce ad altre voci. Voci presto raccolte in un lungo libro che segnerà il sequel di “Da Terrazza Sentimento a Finestra Isolamento”… anche perché Alberto non è più in isolamento. E partiremo proprio da qui. Dalla sua nuova vita dietro le sbarre, mentre le vittime (6 in totale, l’ultima I. interrogata ieri, ndr) in questi giorni stanno raccontando la “loro” versione dei fatti.

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