«Cittadini 1 – Sistema 0», Di Maio esulta dopo l’approvazione del decreto Dignità
07/08/2018 di Enzo Boldi
Luigi Di Maio ha vinto la sua partita. Il Decreto Dignità, fortemente voluto dal Ministro del Lavoro e leader politico del Movimento 5 Stelle è legge, grazie ai 155 voti a favore ottenuti in Parlamento. «Cittadini 1 – Sistema 0», scrive sul proprio profilo Twitter al termine della votazione al Senato.
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Il #decretodignità è stato approvato definitivamente dal Parlamento.
Cittadini 1 – Sistema 0. pic.twitter.com/FUPnwm0aBa— Luigi Di Maio (@luigidimaio) 7 agosto 2018
«Finalmente i cittadini segnano un punto: dopo decine di anni è stato approvato il primo decreto non scritto da potentati economici e lobby», ha dichiarato Luigi Di Maio subito dopo l’approvazione definitiva da parte del Senato. Il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico ha poi attaccato la politica del passato: «È stato approvato dopo decine di anni il primo decreto non scritto da potentati economici e lobby. È il primo decreto dopo tanti anni che mette al centro il cittadino, mette al centro gli imprenditori e i giovani precari».
Decreto dignità approvato, Luigi di Maio vince la sua partita
Non poteva mancare l’attacco all’Inps, rea secondo Di Maio, di aver prodotto stime lontane dalla realtà: «Chi crede siano reali gli 8 mila posti in meno paventati dall’Istituto di previdenza sociale, e noi non ci crediamo, deve anche credere anche alla stessa stima che l’Inps ci fa su questo decreto dopo la conversione in Aula: cioè 60mila posti in più nel giro di 2 anni».
Decreto dignità approvato, scontro sui numeri
Poi risponde, con i suoi numeri, a quei parlamentari dell’opposizione che mostravano in aula cartelli con su scritto «80mila, bye bye lavoratori», facendo riferimento ai dati emersi dalle prospettive decennali fatte dall’Inps: «Noi abbiamo inserito gli incentivi per i giovani sotto i 35 anni per il contratti a tempo indeterminato e la stima è di oltre 60 mila posti in 2 anni. Quindi se la matematica non è un’opinione, 8mila ne perdi all’anno, secondo stime che noi non condividiamo, e 30mila ne guadagni all’anno. Il saldo è positivo».