Il disegno di legge per regolamentare gli affitti brevi da piattaforme come Airbnb

È la proposta su cui sta spingendo moltissimo il ministro del Turismo Daniela Santanché e che punta a introdurre il minimum stay di due notti

31/05/2023 di Redazione Giornalettismo

È il provvedimento che risolverà un problema per le strutture alberghiere, mettendo in campo – di fatto – una sorta di barricata nei confronti delle grandi piattaforme digitali che raccolgono le proposte di soggiorni più o meno lunghi, come Airbnb, oppure sarà l’ennesima legge che, aggirata, potrebbe favorire una proliferazione degli affitti in nero? È ancora presto per dirlo, ma il dubbio è lecito quando si parla di proposte di legge che non sono effettivamente risolutive, ma che cercano di barcamenarsi dando un colpo al cerchio e uno alla botte. Stiamo parlando del cosiddetto ddl affitti brevi.

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Ddl affitti brevi, la proposta che arriva direttamente dalla Santanché

Da open to meraviglia a closed for Airbnb. Potrebbe essere questa la sintesi del pensiero che sta attraversando le stanze del ministero del Turismo. L’obiettivo è quello di imporre una stretta nei centri storici delle grandi città d’arte o, comunque, nei centri storici dei luoghi di grande interesse turistico del nostro Paese. A questo proposito, si introdurrà il principio del minimum stay, ovvero di una permanenza consentita – nelle strutture private adibite all’accoglienza turistica (proprio quelle stanze o quegli appartamenti che vengono messi in vetrina su Airbnb o su Booking, per intenderci) – per minimo due notti. Si elimina, in questo modo, la possibilità per il turista di alloggiare una sola notte all’interno di queste strutture.

La legge, ovviamente, prevede anche altre cose – tra cui l’unificazione di un codice di condotta a livello nazionale per questo tipo di strutture ricettive, laddove oggi sono previsti solo codici a diffusione regionale, talvolta diversi tra loro -, ma il punto più controverso riguarda proprio il divieto di soggiorno per una sola notte. Accanto a questa misura, ovviamente, ci sono anche gli obblighi di segnalazione dell’inizio delle attività imprenditoriale di locazione a fini turistici, pena una sanzione variabile tra i 5mila e i 10mila euro.

Le criticità che si stanno individuando nella proposta di legge

La criticità più importante di tutte, ovviamente, sta sempre in quell’abilità di aggirare le norme che conosciamo anche per altri ambiti. Si pensi a tutti quei proprietari di immobili che, una volta introdotta la legge, non rinunceranno ad accogliere ospiti per una sola notte (e che, quindi, opereranno al di fuori della legalità e dei principi fiscali previsti). Si pensi anche alla forte discriminazione che si potrebbe venire a creare nel caso in cui i soggiorni di una sola notte fossero possibili esclusivamente all’interno di strutture alberghiere, con un grave colpo alla competitività dei prezzi sul mercato. Resta, poi, da capire l’efficacia della differenziazione territoriale: i soggiorni per una sola notte, infatti, saranno possibili nei borghi che, ad esempio, non possono contare su strutture ricettive di livello superiore. Ma quale sarà l’effettivo discrimine per determinare quale affitto Airbnb potrà essere applicato per una sola notte e quale no?

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