Airbnb potrebbe dover condividere i dati sui numeri delle notti trascorse dagli utenti nelle “sue” strutture

Ci saranno delle regole comuni, nell'Unione Europea, per quanto riguarda l'ospitalità di Airbnb. Lo scopo è uniformare l'accesso ai dati della piattaforma in tutti gli stati membri

04/11/2022 di Redazione

Una comunicazione che andrà a confluire al centro di un database digitale che sarà accessibile a tutte le autorità degli stati membri dell’Unione Europea. Potrebbe essere questo il risultato di un’azione legislativa in verità molto rapida che l’Unione Europea sta predisponendo su Airbnb, il servizio di hosting che – attraverso una piattaforma digitale – mette in connessione utenti e proprietari di abitazioni per organizzare soggiorni brevi in diverse parti del mondo. In questo modo, insomma, Airbnb potrebbe dare seguito alla sua volontà di collaborazione con i Paesi dell’Unione Europea dove opera, al fine di fornire un quadro completo di tutte le persone che utilizzano il proprio servizio e del tempo trascorso da queste persone nelle strutture promosse sulla piattaforma.

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Legge europea su Airbnb: la condivisione dei dati delle utenze

Airbnb dovrà fornire – in base alla bozza dell’accordo che è stata visionata dall’agenzia di stampa Reuters – le indicazioni necessarie per informare le autorità europee sulla quantità di persone che soggiornano in Europa grazie a Airbnb. E soprattutto – altra indicazione fondamentale – occorrerà specificare per quanto tempo queste persone soggiornano nelle città europee. Quest’ultimo dato, in particolare, è discriminante: se è vero, infatti, che le grandi città lamentano che Airbnb abbia aggravato l’emergenza abitativa, sottraendo posti letto alle persone economicamente in difficoltà, i centri periferici e di campagna hanno una percezione completamente differente della piattaforma, che ha permesso – spesso – a piccoli borghi di ripopolarsi e di rilanciare le attività turistiche.

Una volta condivisi questi dati, le autorità europee potranno accedervi a partire da una piattaforma unica e accessibile a tutte le istituzioni degli stati membri, in modo tale da reperire i dati necessari per motivazioni che devono essere ancora specificate. Possibile, in ogni caso, che i dati raccolti saranno una aggregazione per trimestri, come previsto da una originaria bozza di accordo che Airbnb aveva proposto alle istituzioni europee alcuni anni fa. L’intenzione della piattaforma, infatti, è quella di venire incontro alle esigenze del regolatore europeo, in modo tale da favorire lo scambio di informazioni e da non essere ostacolata nel suo business relativo all’ospitalità.

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