I numeri del porno in Italia e il “tonfo” durante Sanremo

Le statistiche pubblicate da Pornhub, nel suo classico report, parlano chiaro: il mondo dei contenuti per adulti è sempre molto apprezzato nel nostro Paese

10/02/2023 di Enzo Boldi

Superati in “classifica” dal Messico, ma sempre tra i primi Paesi per quel che riguarda il traffico sui siti che offrono contenuti per adulti. Questo è il quadro che emerge dall’ultimo report – basato sui dati raccolti da Pornhub – sul porno in Italia. Numeri che confermano una tendenza piuttosto stabile negli ultimi anni per quel che riguarda lo Stivale, visto che il nostro Paese continua a essere tra i più grandi fruitori di contenuti. Ovviamente la statistica è relativa a un solo portale (che fa parte di un ecosistema dai confini indefiniti sul web), ma si tratta del sito più utilizzato dai nostri concittadini per visionare materiale a sfondo sessuale.

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In vetta alla graduatoria generale per quel che riguarda il traffico troviamo gli Stati Uniti che, anche per via dell’alto numero di cittadini, stacca di gran lunga tutti gli altri Paesi. Stabile anche la seconda posizione, dove troviamo il Regno Unito. Rispetto al 2021, invece, c’è il sorpasso della Francia al Giappone, così come quello del Messico nei confronti dell’Italia. Il nostro Paese, dunque, scende al sesto posto rispetto alla statistica rilevata nel corso dell’anno precedente.

Ma come e quanto si naviga sui siti di contenuti “hard” per adulti? Ovviamente gli insights di Pornhub offrono solamente un quadro parziale, ma molto indicativo. Ed è interessante anche il dato che riguarda la permanenza media di un utente per ogni singola visita sulla piattaforma.

L’utente medio italiano, dunque, rimane collegato su Pornhub – per ogni singola sessione – per una durata di 9 minuti e 52 secondi. Perfettamente in media con la statistica dei principali venti Paesi presenti in questo report. Il numero è in aumento di circa 9 secondi rispetto a quello raccolto nel 2021, sempre da parte della piattaforma che fa parte dell’universo MindGeek.

Dati porno Italia, chi guarda cosa

Dai dati porno Italia raccolti da Pornhub, emergono anche molti altri aspetti che riescono a fornirci una quadra della situazione nel nostro Paese. Tra le statistiche più interessanti c’è il confronto (con gli altri 20 Paesi) tra l’utente di sesso femminile e quello di sesso maschile. In Italia, le donne che frequentano Pornhub sono il 32% del totale dei visitatori del portale. In pratica, un terzo degli utenti della piattaforma è donna (con una crescita del 3% rispetto alla stessa rilevazione effettuata nel 2021). Dunque, il restante 68% è di sesso maschile.

Ma c’è anche un’altra statistica molto importante per comprendere al meglio la ricerca di contenuti per adulti nel nostro Paese: la suddivisione degli utenti per fasce d’età.

Il 26% ha un’età tra i 18 e i 24 anni, il 25% tra i 25 e il 34 anni, il 20% tra i 35 e i 44 anni, il 14% tra i 45 e i 54 anni, l’8% tra i 55 e i 64 anni. Il restante 6% è rappresentato dagli over 65.

Dati porno categorie più ricercate

Per concludere il quadro dei dati porno Italia, non potevano mancare le “categorie” (o chiavi di ricerca) più utilizzate dagli utenti che visitano Pornhub nel nostro Paese.

I numeri più emblematici riguardano l’aumento percentuale delle ricerca per determinate categorie. In particolare, la parte relativa alle orge (italiane) e ai transgender hanno segnato dei picchi di ricerca mai visti prima.

Cosa è successo durante Sanremo 2023

Dunque, i dati porno Italia confermano che i contenuti per adulti sono sempre amati nel nostro Paese. Ma non durante il Festival della Canzone Italiana. Secondo le statistiche relative alla prima serata di Sanremo 2023, rilevati grazie a una collaborazione tra Pornhub e Rolling Stone, c’è stato un netto calo nelle visite alla principale e più utilizzata piattaforma per adulti.

Dall’inizio della prima serata il calo era già evidente. Poi tra le 22 e le 23 (con il picco più basso registrato durante l’esibizione dei Pooh) il crollo: -17% a livello nazionale, con la Liguria che ha registrato addirittura un -20%. Perché, in fondo, non sono solo canzonette.

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