I dati mostrano che possiamo parlare di bambini iperconnessi

I dati sull'iperconnessione dei bambini devono far riflettere su quanto un'educazione digitale sia fondamentale già parlando con ginecologi e pediatri

25/12/2022 di Ilaria Roncone

Quanto è presente lo smartphone – o comunque i dispositivi connessi a internet – nella vita dei bambini, anche dei più piccoli? Una ricerca di Di.Te (Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche) in collaborazione con la Società Italiana di Pediatria Condivisa (Sipec) suggerisce una risposta molto chiara: troppo. Si può parlare, leggendo i dati di questo studio, di bambini iperconnessi che hanno profili social già tra i 5 e i 6 anni (nello specifico, 1 su 3 di loro).

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Bambini iperconessi, quanto è presente lo smartphone nella vita dei più piccoli?

Ben al di là del fatto che in Italia serva avere 14 anni per avere un profilo social, il 33% dei bimbi tra i 5 e i 6 anni avrebbe già un suo profilo. Oltre a questo, l’83% di loro usa il tablet e il 59% di loro usa applicazioni di messaggistica come Whatsapp. Questo è quanto restituisce il rapporto, evidenziando come – dai pasti al tempo libero – i device connessi alla rete siano onnipresenti anche nella vita dei più piccoli. Tra le mamme, 1 su 2 utilizzano lo smartphone mentre allattano il bambino. Lo studio, promosso dalla Fondazione Mesit, è stato condotto nel corso del 2022 e ha coinvolto 13.049 genitori, adolescenti e bambini.

I genitori usano smartphone e tablet per intrattenere i bimbi piccoli

Questa non suona certo come una novità. Chiunque sia stato con genitori e figli piccoli negli ultimi anni avrà notato come i piccoli – così come accadeva con la televisione – siano attirati dagli schermi e ancor di più dalla capacità di interagire toccandoli. Spesso e volentieri con un tablet si possono placare pianti e capricci dei più piccoli e i numeri sul fenomeno dei bambini iperconnessi lo confermano: il 60% dei genitori di bimbi tra gli 0 e i 4 anni li intrattiene con i device connessi alla rete e il 67% li utilizza in loro presenza; la percentuale dei genitori che intrattiene con i device sale all’88% quando i bambini hanno tra i 4 e i 9 anni e ben il 96% li utilizza davanti a loro, arrivando – nel 37% dei casi – a farglieli usare prima di dormire, quando sono stanchi o agitati (30%) o durante i pasti (41%).

Passando alla fascia di adolescenze e pre-adolescenza, il 98% dei ragazzini tra i 9 e i 14 anni usa dispositivi durante la giornata, il 62% lo fa anche prima di dormire. L’81% afferma di annoiarsi quando non li usa e il 57% preferisce rimanere connesso in rete a casa al posto di uscire, arrivando ad arrabbiarsi (nel 77% dei casi) se lo invitano a disconnettersi.

Che impatto ha la tecnologia sui più piccoli?

Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta e presidente di Di.te, ha commentato i risultati sullo studio relativo ai bambini iperconnessi: «Questo ha impatto sulle relazioni e le emozioni. Sempre più ragazzi, specie dopo la pandemia, preferiscono vivere online piuttosto che fare esperienze nella vita reale, con tutto quello che può derivarne, dal cyberbullismo all’hikikomori – si legge su Ansa -. Un uso eccessivo e precoce può avere conseguenze negative sul piano psicologico e sociale, ma molti adulti non conoscendo i rischi è come se abdicassero il loro ruolo di educatori. Questo conferma l’esigenze di un’educazione digitale precoce: già il ginecologo o il pediatra dovrebbero iniziare a parlare con i genitori di questo»

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