Danilo Toninelli dice di essere «il ministro che ha fatto di più nella storia»

L'intervista al Mattino del senatore del M5S

24/09/2020 di Redazione

Il virgolettato arriva direttamente da un’intervista al quotidiano Il Mattino. Nell’ultima domanda del colloquio di Danilo Toninelli con Valentino Di Giacomo, l’attuale senatore del M5S ha fatto un bilancio decisamente parziale della sua esperienza di governo, nell’anno dell’alleanza giallo-verde: «Credo di essere il ministro che ha fatto di più nella storia: la ricostruzione del ponte di Genova, l’aumento degli investimenti nelle infrastrutture e lo sblocco dei cantieri».

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Danilo Toninelli e l’intervista al Mattino

La frase arriva al termine di quella che, a leggerla, sembra essere un’intervista molto serrata, in cui intervistato e intervistatore non si sono risparmiati scambi di battute. Un colloquio a tutto campo, che ha preso in esame anche l’attuale compagine di governo e l’attuale situazione del Movimento 5 Stelle, diviso nella faida interna con Di Battista, uscito malconcio dalle elezioni regionali e infastidito anche dalla questione dei mancati pagamenti per il sostentamento della piattaforma Rousseau.

La frase di Danilo Toninelli sul ministro che ha fatto di più nella storia

Quello che resta di più, se il virgolettato fosse confermato dallo stesso interlocutore del giornalista del Mattino, è comunque il giudizio che Toninelli si attribuisce per il suo operato da ministro. In effetti la sua esperienza come titolare delle Infrastrutture e dei trasporti è stata molto intensa, nonché segnata dalla grande tragedia del Ponte Morandi. Dopo due anni, tuttavia, l’infrastruttura è già di nuovo in piedi e l’ex ministro non ha mai mancato di sottolineare i suoi meriti per l’avvio di un iter che, due anni fa, sembrava essere piuttosto complesso da proseguire.

Tuttavia, dare un giudizio così estensivo della sua azione di governo rispetto a suoi illustri predecessori sembra un tantino esagerato. La sua esperienza è stata in ogni caso limitata e Toninelli è stato uno dei ministri del M5S che sono stati “sacrificati” nella seconda esperienza di governo pentastellata, quella con l’alleato Pd.

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